2013

Juventus, Vidal a tutto campo: «La mia infanzia, Conte e il Pallone d’Oro: ecco il vero Arturo»

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JUVENTUS VIDAL SERIE A Arturo Vidal a tutto campo. Per una volta, però, in senso figurato: il cileno, infatti, non ha corso per tutto il rettangolo di gioco, ma ha rilasciato un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’ in cui ha ripercorso le tappe più importanti della sua vita: l’infanzia, il passaggio alla Juventus e i prossimi obiettivi.

INFANZIA – «Quando ero piccolo – ha spiegato – avevo sempre il broncio perché ero triste: mio padre ha lasciato me e i miei fratelli (2 maschi e 3 femmine) quando ero piccolo. La percentuale di divorzi in Cile è alta, oggi comunque siamo in buoni rapporti. Fondamentale per la mia vita, però, è stata mia madre: lei è la vera ‘Guerriera’, mi ha insegnato tutto e le sarò per sempre grato. Natale? Lo abbiamo sempre vissuto come un momento speciale, e lo sarà anche quest’anno: io e mia moglie lo trascorreremo a Torino con Alonso, perché tra un po’ nascerà Elisabetta. Abbiamo pensato che sia meglio evitare viaggi lunghi».

CILE – «Quando indosso la maglia del Cile provo un grande orgoglio: ho un grande senso di appartenenza, accentuato anche dal fatto che vivo all’estero. Zamorano più forte di me? Non lo so, ma già il fatto di essere considerato tra i migliori mi rende felice. Spero, però, di essere il numero uno a fine carriera. A giugno, in Brasile, tutti dovranno stare attenti a noi: siamo molto forti».

LEADER – Nato come difensore centrale, Vidal si sta affermando da centrocampista: «Quella di sapermela cavare in ogni zona del campo è una caratteristica che ho avuto sin da ragazzino. Piace ai mister e magari potrà essermi utile quando avrò smesso di giocare e diventerò un allenatore. Conte? Beh per me è stato come un papà: ho avuto la sua fiducia sin da subito, mi ha aiutato a crescere, mi ha insegnato molto e mi ha dato tranquillità. E mi ha bacchettato quando doveva, come accaduto con l’esclusione a Firenze».

JUVE – «Quando indosso la maglia della Juventus provo sensazioni speciali. E quando i tifosi fanno cori per me, mi vengono i brividi. E’ una delle squadre più forti al mondo ed è un onore rappresentarla. Certo, brucia ancora l’eliminazione con il Galatasaray, ma è meritata e ci servirà per crescere. L’Europa League sarà una rivincita, anche perché la finale si gioca a Torino. Roma? Non è un match point, ma un set point di sicuro. Sarà importante non sbagliare come lo scorso anno con la Sampdoria: per questo motivo andremo a mille. Loro stanno facendo un grande campionato, ma è il momento perfetto per incontrarli».

FUTURO – «Corro molto perché sono stato abituato sin da ragazzino. Anche Conte in allenamento a volte mi dà il fischietto e mi fa guidare la squadra nelle sedute atletiche: mi piace prendermi queste responsabilità. Il futuro? Sicuramente non lontano da Torino. Voglio vincere qualcosa in Europa con questa maglia e qualcosa a livello personale: sì, nel 2014 voglio il Pallone d’Oro».

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