2016
Sacchi: «Juventus come il Rosenborg»
Poi bacchetta Allegri: «E’ bravo, ma gli importa solo vincere»
C’è qualcosa di nuovo nel calcio italiano: idee originali, frutto della fine della dittatura tattica e dell’avvento di allenatori innovatori. E’ questa l’idea di Arrigo Sacchi, che ha parlato di una svolta epocale del calcio italiano non senza lanciare qualche frecciata: «Qui da noi si giocava sempre e solo in un modo, preoccupandosi prima di non prenderle e poi di agire in contropiede», ha dichiarato ai microfoni di LaPresse.
SVOLTA EPOCALE – Poi è entrato nello specifico, parlando dei nuovi fenomeni: «Di Francesco, Spalletti, Sarri, Paulo Sousa e Giampaolo, che mettono il gioco al centro di tutto, perché una vittoria non meritata non è una vittoria. Conte? Il primo della lista, un fenomeno, però deve spogliarsi della sua italianità».
NOTA DOLENTE – Massimiliano Allegri, invece è una via di mezzo: «E’ bravo tatticamente, sa cambiare in corsa, però gli interessa solo vincere». E scatta la bacchettata di Sacchi alla Juventus: «A livello di società è avanti a tutti di dieci anni, ma non coniuga i tre verbi come facevamo noi nel grande Milan. Cioè: vincere, convincere e divertire. Ne coniuga appena uno, vincere. In Italia può bastare, perché pure il Rosenborg vince sempre lo scudetto in Norvegia, ma in Champions League no. Questo a mio parere è un limite». Bocciato anche Claudio Ranieri: «Sta facendo un capolavoro, ma con un tipo di calcio non armonioso. È un grande tattico, sfrutta le sue qualità al meglio. Ancelotti è diverso e il fatto che abbia sempre avuto a disposizione dei campioni non significa nulla. Guardate come è messo ora il Real con gli stessi giocatori».