2016

La Juve ci crede: Mandzukic col Bayern

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Il croato, infortunato al polpaccio, non molla: ecco il piano per il rientro

Il 23 febbraio è ormai vicino, anzi vicinissimo: il Bayern Monaco aspetta la Juventus, la Juventus invece aspetta Mario Mandzukic. L’attaccante croato, che ha una lesione del gemello mediale sinistro, dovrebbe tecnicamente rimanere fuori almeno fino alla fine di questo mese. Tecnicamente, perché poi la pratica è tutto un altro conto e questo lo sanno bene anche dalle parti di Monaco di Baviera, dove Mandzukic è piuttosto conosciuto (con il Bayern ha giocato dal 2012 al 2014 vincendo, tra le altre cose, due campionati, una Champions League ed un Mondiale per Club). Mario non è uno che molla tanto facilmente insomma, anzi il croato sin dal primo istante non c’ha proprio pensato a cancellare la data del prossimo 23 febbraio dal suo calendario personale: la Juventus, per il momento, lo asseconda, non fosse altro che contro quei mostri sacri dei tedeschi avere in rosa uno che li conosce bene può essere un piccolissimo vantaggio (come del resto anche per i bavaresi, avere in rosa gli ex bianconeri Arturo Vidal e Kingsley Coman può essere d’aiuto). 

JUVENTUS: MANDZUKIC PUNTA IL BAYERN – Al momento il recupero di Mandzukic è appena all’inizio: il croato sta svolgendo fisioterapia per rimediare dalla lesione al polpaccio, ma filtra comunque abbastanza ottimismo dagli ambienti bianconeri, cosa sottolineata qualche giorno fa anche da Massimiliano Allegri, che aveva detto: «Speriamo che Mario torni prima, in tempo per la Champions League». Il recupero insomma è difficile, non impossibile: Mandzukic finora ha segnato con la Juve nove gol in ventidue presenze (non tutte da titolare) e potrebbe essere utile, anche soltanto dalla panchina e a partita in corso, nella gara contro il Bayern valida per l’andata degli ottavi di Champions. Allegri spera di recuperare (e dovrebbe riuscirci) anche Sami Khedira a centrocampo e Kwawo Asamoah sulla fascia: c’è una certa sicurezza che tutti e tre gli infortunati possano mettere piede in campo tra una ventina di giorni. 

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