2015

Corapi: «Marotta parli con Hernanes»

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Il mental coach del Profeta commenta le dichiarazioni di Marotta

«Sappiamo di non aver preso un fenomeno», così Beppe Marotta ha commentato l’operazione Hernanes. L’affermazione dell’amministratore delegato della Juventus non è certo passata inascoltata, ma il centrocampista brasiliano ha reagito con razionalità. Lo ha rivelato il suo mental coach, Sandro Corapi, che ha spiegato ai microfoni di Tuttosport: «Chi è più razionale tende a riflettere su cosa è stato detto e a farsi scivolare addosso le critiche, anche se dentro cova una reazione emotiva. Lui appartiene a questa categoria. A livello calcistico è un istintivo, ma come persona è riflessivo e profondo, grazie anche al suo credo, capace di assorbire le critiche». 

REAZIONE EMOTIVA – Le parole di Marotta sono state dure e, infatti, hanno stupito anche Corapi: «Può darsi che Marotta non volesse dire ciò che ha detto. Se spendi 11 milioni per un giocatore perché poi lo critichi pubblicamente? So che Marotta ha stima in Hernanes e che il giocatore si è integrato bene nella squadra. Hernanes ha avuto una reazione emotiva. E da gran professionista qual è cercherà di trasformare in positivo le critiche che gli sono piovute addosso». 

CONFRONTO – Secondo il motivatore del Profeta c’è, però, il rischio che il giocatore venga demotivato: «E’ difficile migliorare le prestazioni se uno non sente la fiducia del club e del tecnico. Anzi, la mancanza di stima può essere un deterrente perché porta all’ansia di prestazione e alla paura quando si entra in campo», ha spiegato Corapi, secondo cui la Juventus debba ora confrontarsi con Hernanes: «Mi auguro che Marotta abbia un chiarimento con Hernanes. Il giocatore è strutturato ed esperto per superare le critiche, però il confronto è sempre meglio. E questo suggerimento vale per i dirigenti ma anche per gli allenatori. Un tecnico che si rispetti deve comunicare con i giocatori. I campioni ascoltano e rispettano le decisioni, ma è sempre meglio un tecnico che parla e chiarisce piuttosto che il silenzio dell’allenatore». 

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