2015
Dybala: «Ho scelto l’Argentina senza dubbi»
L’attaccante della Juventus: «Italia? Potevo scegliere anche la Polonia»
Dietro ciò che si vede: il successo e la fama, ci sono sacrifici e sofferenza. È sicuramente il caso di Paulo Dybala: l’attaccante della Juventus, arrivato in estate dal Palermo, è reduce da una prima parte di stagione straordinaria, eppure la sua infanzia non è stata tutta rose e fiori… La perdita del padre quando era ancora un ragazzino, quindi i sacrifici per diventare un professionista, il distacco dall’Argentina anzitempo per approdare in Serie A e la fatica per esplodere ad alto livello. Attualmente, ad esempio, Dybala si allena per mettere su muscoli, perché, spiega: «Se non sei allenato non ce la fai». Bisogna anche saper incassare colpi: ad insegnarglielo Gennaro Gattuso, nel breve periodo in cui è stato allenatore del Palermo («Mi ha guidato solo per pochi mesi ma sì, mi ha insegnato a prenderle. In allenamento mi metteva trequartista e lui mediano: se lo saltavo, mi stendeva»).
JUVENTUS, DYBALA: «PERCHÈ HO SCELTO L’ARGENTINA» – Sarà, ma nel calcio moderno un giocatore meno muscolare di altri che sopravvive c’è: Lionel Messi. Uno che Dybala vorrebbe studiare ma che, annuncia, non guarderà mai come un collega o un compagno qualsiasi di nazionale, ma sempre come un idolo. A proposito proprio di nazionale: qualche mese fa c’era la possibilità di scegliere l’Italia (Dybala ha antenati italiani), alla fine però la scelta è stata quella forse un po’ più ovvia. «Mi sento argentino al cento per cento, anche se a guardarmi sembro straniero, con questi occhi chiari. Quando ho dovuto scegliere non ho avuto dubbi, non ho mai fatto calcoli, so che nell’Italia o nella Polonia avrei avuto meno concorrenza, ma io voglio giocare nell’Argentina. Il mio amico Franco Vazquez ha la mamma italiana. Io di italiano ho solamente un passaporto grazie a una bisnonna di cui non so nulla. Lui si sente italiano, io no», le parole dell’attaccante bianconero a La Repubblica. Già, la Polonia, perché Dybala ha pure antenati polacchi! «Fino a pochi mesi fa non ho mai pensato alle mie origini, almeno fino al giorno in cui ho conosciuto la sorella di mio nonno. Un giornalista polacco ha realizzato un documentario su di me e ha scovato gli ultimi Dybala a Krasniow, vicino a Cracovia». Chi l’avrebbe mai detto…
«NON MI SENTIVO PRONTO PER UNA GRANDE» – Dybala racconta delle sofferenze per la perdita del padre quando aveva appena 15 anni, quindi dell’approdo a Palermo: «All’Instituto (il suo club di origine, ndr) mi implorarono di accettare, perché quei soldi sarebbero stati la salvezza. Guarda caso il presidente è sparito poco dopo avermi venduto e adesso l’Instituto è di nuovo senza soldi. Al Palermo al principio è stata dura: non capivo la lingua né cosa succedesse. La retrocessione è stata un trauma, ma poi al Palermo ho imparato quello che avrei potuto imparare al River Plate o al Boca. Io volevo arrivare in una grande, il mio destino è stato arrivarci passando dalla Sicilia. I primi tempi non mi sentivo all’altezza. Ma sapevo che se avessi fatto le cose per bene tutto di sarebbe sistemato». Dybala spiega di non essere mai stato arrabbiato con Massimiliano Allegri, nemmeno quando a inizio stagione lo metteva in panchina («Non posso incazzarmi con lui, l’anno scorso ha vinto tutto»). Alla Juventus ha acquistato voglia di vincere: in estate i giocatori pensavano ai trionfi futuri, non alle vacanze. Il segreto del successo? Se lo chiedete a Paulo vi risponderà una cosa sola, senza esitazioni: la famiglia.