2015
Juventus, Buffon: «Stiamo tornando»
Il portiere bianconero fiducioso sulla ripresa della squadra
Presentato con un video emozionale che ne ripercorre la carriera, Gianluigi Buffon ieri è stato ospite di Fabio Fazio per un’intervista a “Che tempo che fa” che ha esplorato l’aspetto umano del portiere della Juventus. Il capitano bianconero, però, non ha tralasciato anche qualche battuta: «Tre ore abbondanti per arrivare a Milano da Torino! Bisogna segnalarlo…».
TRAGUARDI – Buffon ha poi parlato del suo progetto di vita: «E’ essere felice 24 ore al giorno. E’ un auspicio che ho fatto. Credo che ci voglia rispetto per quel dono grande che è la vita», ha spiegato Buffon, che poi ha parlato del record di minuti in campo, occasione per parlare di obiettivi futuri: «Eh sì, sono tanti i minuti che ho giocato e tante le partite. Sono contento ho qualcosina da dare e altro da conseguire. Disputare il sesto mondiale è un sogno e un obiettivo insieme. Difficile perché non si può ragionare a distanza di due anni e mezzo alla mia età. Gli anni ora sono come i cani, vanno moltiplicati per sette! Ma fare il vecchio saggio non è mio ruolo. Mi sono sempre stati antipatici quelli che facevano i vecchietti con esperienza e dispensavano consigli. Il modo migliore per stare in spogliatoi è trovare linguaggio che accomuna te che sei esperto coi giovani. Io poi sono socievole, anche se nella mia vita tengo molto ai miei spazi. Difficilmente mi troverai con i compagni a cena, con le loro mogli. Mi faccio rispettare in campo e nello spogliatoi».
L’ESORDIO – Il capitano della Juventus ha poi raccontato il suo esordio in Serie A: «Stavo ancora sognando, pensavo di essere con la Primavera per questo non ho fatto male. Dopo ero un po’ in imbarazzo. Ora mi sento lontano anni luce, da quella esuberanza, da quella mancanza di rispetto, avevo modo di fare diretto, troppo spavaldo. Avevo capito che quello era il modo che dovevo cavalcare per farmi rispettare… Gli esordi da centrocampista? Sì, a sei anni, ma devo confessare che non ho ricordi particolarmente chiari».
COLLEGHI – Quando poi Fazio gli ha chiesto di mettersi nei panni di Neto e di tutti i vice della sua carriera ha risposto: «Con Gigi davanti avrò possibilità di giocare. Se ci sono gare in cui è giusto che un altro portiere giochi a me fa piacere. Sono scelte da fare. Nessun secondo arriva in una squadra senza l’idea di poter giocare almeno qualche volta. Nel cuore di qualsiasi secondo c’è speranza di poter giocare anche per poco». E una serie di curiosità sul suo ruolo: «Cosa guardo quando calciano un rigore? Né occhi, né palla. Vado a istinto. Portieri matti? Nel portiere non difetta estro, esuberanza. Neppure alto grado di sensibilità, abbinata a altre peculiarità. Per cui sembriamo pazzi e stravaganti».
IN COSTRUZIONE – Infine, chiude con una considerazione sulla stagione della Juventus: «Siamo squadra in costruzione, che sta cercando e trovando equilibri e in tempo breve ci porteranno risultati. Non so se a vincere in Italia ma di sicuro a esser protagonisti. Mi diverto tanto alle partite. L’evento partita mi diverte tanto».