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2016

La BBC e le prove perfette in Champions

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Italia ad EURO 2016: abbiamo una difesa forte come quella del 2006?

Nessun stupore. Semmai, una sorpresa nel constatare quanto poco insieme abbiano giocato nell’ultimo biennio in Europa. Potrebbe essere questa la conclusione di un convegno riguardante la forza della difesa azzurro-juventina che sta colpendo la fantasia dei critici di tutto il continente. Che li si chiami The Wall – più o meno ricordando i Pink Floyd – o che li si definisca Bastardi con la gloria –  mutuando dal film di Quentin Tarantino – resta il fatto che con l’esperienza di Andrea Barzagli, l’eleganza di Bonucci e la fisicità implacabile di Chiellini la Nazionale di Antonio Conte può legittimamente aspirare ad andare avanti più di quanto fosse previsto in sede di vigilia. Se poi si aggiunge al tutto Gigi Buffon, in uno stato di forma che ricorda i capolavori inventati dai grandi di ogni disciplina nell’età della maturità, ogni sogno è lecito, per quanto si sa come in certe competizioni nulla va mai dato per scontato e basta un dettaglio fuori posto per far saltare progetti e ambizioni. Ma è proprio in questa ricerca della perfezione da parte della BBC (acronimo che rimarrà nella storia), che ha portato l’Italia a non correre più di tanto pericoli nelle prima due gare, a eccezione dell’occasione gettata al vento da parte di Lukaku, a far pensare che in tutto questo ci sia un metodo, una consuetudine, una garanzia che funziona in maniera quasi totale. Ed è appunto stupefacente accorgersi che nel biennio di Allegri i fantastici 4 abbiano giocato insieme solo 5 gare di Champions League. Peraltro incassano una sola rete e già questo score la dice lunga sulla forza granitica del quartetto. Facciamo un po’ di cronistoria, lasciando alle omissioni (le partite non presenti nella lista per via degli infortuni di uno dei componenti) la sede di qualche rimpianto. Traducendo con due soli esempi, è lecito chiedersi se proprio Suarez sarebbe riuscito a segnare la rete del 2-1 del Barcellona a Berlino qualora ci fosse stato a sua guardia Chiellini, che qualche conto con lui avrebbe dovuto e voluto regolarlo. Un’assenza che il gigante toscano ha ribadito anche a Monaco con il Bayern, dove proprio sui palloni aerei la Juventus ha sofferto più di ogni altra cosa il ritorno dei padroni di casa, oltre che la loro straordinaria capacità nei cross.

BONUCCI – BARZAGLI – CHIELLINI: UNA DIFESA DA RECORD

Nella Champions League del 2014-15 solo in una circostanza la BBC è scesa in campo. E guarda caso, proprio nella gara che più di ogni altro la Juve ha giocato fidandosi – talvolta anche in maniera un po’ pigra nella sua fase di proposizione – proprio delle virtù del suo reparto arretrato. E’ successo nel retour-match contro il Monaco, uno 0-0 nel quale Buffon non è dovuto andare oltre un intervento basso su una conclusione di Berbatov. Per il resto, la difesa a 3 ha preso tranquillamente le misure a un attacco che, invece, allo Juventus Stadium avvia spaventato non poco nelle fasi iniziali della gara. Sugli scudi Bonucci, implacabile e sempre lucido in ogni situazione, laddove Chiellini è invece costretto a una gara non semplice avendo ricevuto un giallo nel primo minuto, che ne ha limitato il tradizionale impeto. Nell’edizione dell’ultimo anno, invece, la Juventus ha presentato per 4 volte la difesa migliore e non ce ne vogliano i sostituti che pure si sono dimostrati all’altezza in diverse circostanze. Il 50% delle gare giocate, quindi, con una sola amarezza, peraltro non banale: la rete incassata da Llorente in Siviglia-Juventus 1-0, il gol dell’ex che è costato parecchio per ciò che ha poi riservato nel sorteggio degli ottavi. Però, si badi bene (anche se non consola), un exploit nato da corner, che traduce pertanto la capacità della BBC di essere implacabile su azione (e sempre su palla inattiva, del resto, era arrivato il gol dell’Uruguay che ci ha eliminato nell’ultimo Mondiale). Nelle precedenti gare del girone il terzetto più capitan Buffon si è disimpegnato ai limiti dell’umano. Soprattutto nella sfida d’andata contro gli spagnoli, quando in 90 minuti hanno concesso un misero e innocuo tiro alla squadra vincitrice dell’Europa League (e che aveva maramaldeggiato non poco contro la linea arretrata del Barcellona in Supercoppa Europea). Ultimo minuto del primo tempo, un timido tentativo di Konoplyanka da fuori area, destinato a spegnersi tra le braccia del portiere. Per la serie: sì, la perfezione può esistere (fatti salvi i meriti dell’intera fase difensiva, ovviamente, secondo canonica formula circolante). Le altre prove impeccabili o quasi sono sempre in casa. Contro i tedeschi del Borussia Moenchengladbach la Juve non riesce ad andare oltre allo 0-0. Chiellini è il migliore in campo, segno che davanti qualcosa non fila per il verso giusto. Ma attenzione, la Juve gioca a 4 dietro con forzato slittamento di Barzagli a destra causa assenze nel reparto. Eppure, il rendimento non varia e Bonucci, in una serata difficile per il centrocampo, si incarica di guidare la manovra con lanci lunghi e finanche percussioni in avanti. Si torna a 3 col Manchester City e anche in questa circostanza Buffon rimane imbattuto. Molto del merito stavolta è suo. A inizio ripresa il numero 1 compie un intervento prodigioso per evitare che su palla proveniente da corner (ecco dove si rischia…) Fernardinho non trovi il gol su colpo di testa. Il resto lo fa Barzagli su Sterling che va a battere a colpo sicuro e trova un’opposizione non prevista. E poi il consueto mix di carica agonistica, gestione dei momenti difficili con la giusta tranquillità, capacità di connettersi tutti insieme per supplire di volta in volta agli eventuali errori di un compagno. Per quello che si è visto in Champions League, quindi, non è un azzardo sostenere che siamo sulle lunghezze d’onda del 2006. Con Buffon e Barzagli che già c’erano e Bonucci e Chiellini che in quella Nazionale campione del mondo avrebbero potuto tranquillamente esserci per lo standard di rendimento attuale. 

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