2017
Pjanic da urlo, che errore Allegri
Impatto super di Miralem Pjanic alla Juventus: eppure mister Allegri lo ha lasciato fuori a Firenze
Prima di tutto i numeri e dunque il rendimento riscontrato da Miralem Pjanic dall’approdo alla Juventus fino ad oggi: 5 reti e 6 assist in appena 14 presenze di campionato (ben cinque panchine!), reti che diventano 7 – e gli assist 9 – se consideriamo il complesso della stagione, aggiungendo dunque Champions League, Coppa Italia e la Supercoppa Italiana persa a Doha.
I DETRATTORI DI PJANIC – Poco potranno eccepire sul piano dei dati: Miralem Pjanic è in media più redditizio dei migliori Vidal e Pogba. Per intenderci, i suoi predecessori tanto rimpianti. Dovesse confermarsi su questi numeri anche nel girone di ritorno, pur non giocando con la continuità del cileno e del francese, avrebbe già fatto meglio di loro al suo primo anno in bianconero. Le sue doti balistiche sono uniche al mondo e sostengono i suoi numeri sia in capitolo gol che assist: sulle punizioni già sapete tutto, ma il suo piede fa la differenza anche dai piazzati. In tanti lo valutano come l’unico aspetto che realmente lo caratterizza in positivo, è invece il suo valore aggiunto.
GOL ED ASSIST – Sì, per esplicarlo al meglio andiamo con ordine e lo andiamo a dimostrare. Juventus-Sassuolo: gol su azione. Juventus-Cagliari: doppio assist, uno su azione ed uno da corner. Dinamo Zagabria-Juventus: un gol su azione ed un assist su azione. Juventus-Sampdoria: gol su azione ed assist da corner. Chievo-Juventus: gol da punizione. Genoa-Juventus: gol da punizione. Juventus-Atalanta: due assist da corner. Juventus-Dinamo Zagabria: assist da corner. Torino-Juventus: gol su azione. Juventus-Milan (Supercoppa Italiana): assist da corner. Juventus-Bologna: assist su azione. Juventus-Atalanta (Coppa Italia): gol da rigore. Dunque ricapitolando: sulla quota complessiva gol+assist 16, sette arrivano da gioco attivo e nove da calci piazzati. Il 43.7% del suo apporto arriva da palla in movimento: siamo certi che sia così fuori dal gioco bianconero come i suoi detrattori raccontano?
LA QUESTIONE TATTICA – I dati dimostrano come siano considerazioni banalizzanti, esclusivamente figlie della sua enorme abilità sui calci piazzati: fattore che tenderebbe a limitarlo a questa dote. Ammesso sempre che sia un limite, in un calcio moderno in cui invece tali situazioni sono sempre più curate dagli allenatori e che spesso si tramutano in punti aggiuntivi o sottrattivi. Ma il punto non è questo: abbiamo ampiamente testimoniato come Pjanic non sia soltanto piede caldo, quanto anche parte attiva del gioco. Ed allora perché mister Allegri continua tuttora a non considerarlo un perno della sua Juventus? La questione sembra essere diventata prettamente tattica: dopo giri e giri si è giunti ad una collocazione da trequartista in caso di utilizzo del 4-3-1-2, alle spalle di Dybala ed Higuain, più difficoltà invece quando il tecnico livornese ricorre al 3-5-2. Dove evidentemente Pjanic non convince Allegri da centrocampista puro. Da intermedio di un 3-5-2 più qualitativo di quanto si sia visto – come al Franchi nella sconfitta rimediata dalla Fiorentina – con i vari Sturaro, o prima con Lemina, Asamoah e lo stesso Hernanes. La grande sfida dell’allenatore bianconero è quella di integrare strutturalmente il centrocampista bosniaco nelle variazioni dei suoi moduli e non limitarlo ad alcuni impieghi: il centrocampo della Juventus – a maggior ragione dopo i pesanti addii sofferti nelle ultime stagioni – non può fare a meno della sua qualità.