2016
Juventus, Roma, Napoli e Inter: cambieranno i gol?
Via al nuovo campionato
Sono giorni di griglie di partenza disegnate un po’ ovunque, in quello sport bellissimo che è la previsione ai nastri di partenza della Serie A. Juve in pole position per tutti, poi le altre più o meno posizionate alle spalle, dove per altre si pensa a Napoli, Roma e Inter che per ciò che hanno fatto lo scorso anno meritano la giusta credibilità. Pareri condivisibili, non vedo altri partecipanti alla contesa, se non una gigantesca sorpresa che individuo nel Torino, non come nuovo Leicester, ma certamente come formazione in grado di puntare a una dimensione europea (anche se i recenti sviluppi di mercato con il rifacimento della difesa obbligheranno Mihajlovic a un surplus di lavoro).
La credibilità dei competitors della Juve c’è, anche se nell’ultimo mese è cresciuta mediaticamente più per la mancata sostituzione di Pogba o per qualche distrazione difensiva, nonostante ci siano stati anche alcuni buoni precampionati. Come quello del Napoli, a mio avviso ancora il vero antagonista (anche se la Champions obbligherà il suo tecnico a rivoluzionare totalmente la gestione delle risorse). Ma Sarri un gioco al Napoli lo ha dato realmente e soprattutto ha saputo trovarlo in corso d’opera, modificando l’idea del trequartista con un intrigante sviluppo del gioco sulla fasce per esaltare Higuain. Non sarà indolore non avere più il Pipita, ma come dimostra il caso di Antonio Conte, che seppe accantonare in fretta il 4-2-4 nella sua stagione d’esordio in bianconero, chi ha il coraggio di rimettersi in discussione una volta lo sa fare anche dopo e proporre valide alternative e spirito di ricerca. Piuttosto, a rendere più difficile la corsa partenopea, ci può essere una certa prevedibilità del suo centrocampo, a meno che Zielinski e Giaccherini riescano a funzionare da variabili innovative.
Un punto di partenza per capire come la stagione potrà presentarsi può essere riguardare a come le 4 grandi andassero in gol nell’ultima stagione. Non che il copione debba per forza riproporsi, anzi, ma le big d’Europa insegnano che una certa consuetudine in tal senso rafforza l’identità complessiva della squadra e regala un senso di sicurezza. La Serie A non è la Liga, spesso e volentieri si inizia a pensare da dietro molto più di come si costruisce davanti. Però è indubbio che – soprattutto nelle prime giornate – ritrovare certezze offensive può risultare decisivo per aumentare la serenità complessiva dell’ambiente.
La Juve del 2016-17 ha un’incognita tra le più taciute, visto che l’arrivo del Pipita e di Pjanic ha occupato la scena. Molto, invece, si giocherà sulla capacità d’incidere di Dybala Giocatore fantastico, una versione di Messi non così distante dall’originale, se aumenterà il suo contributo in fase di rifinitura accelererà vertiginosamente la sua crescita. Pochi lo hanno scritto o pensato, ma potrebbe anche essere questo il senso dell’acquisto del Pipita. Certo, Dybala ha saputo anche stabilire connessioni in zona gol con Morata, Pogba e Mandzukic, approfittando di spazi e linee tracciate dai suoi partner. Per quanto visto in estate, il ragazzo è perfettamente sul pezzo, non c’è gara dove non sia risultato decisivo e spettacolare.
Chi può garantire la profondità al Napoli senza Higuain? La risposta sta nei numeri già certificati: l’argentino ha partecipato da realizzatore a poco più di un terzo dei 28 gol siglati l’anno passato. Tantissima roba, soprattutto per come non avesse un assist man esclusivo. Insomma, chi saprà proporsi come punto di riferimento massimo? Prima di Sarri, l’uomo che spesso ha saputo farsi trovare nei tempi giusti è stato Callejon, alquanto sacrificato in ripiegamenti sfiancanti sebbene fondamentali. Il Napoli ha sempre privilegiato un’idea verticale, anche con Mazzarri e Benitez. In tal senso, ha i codici inseriti da tempo. Staremo a vedere se ci saranno correzioni di rotta o di interpreti. Oppure se il vuoto del suo numero 9 risulterà realmente incolmabile.
Con Spalletti non ci sono certi problemi nell’immaginare alchimie tattiche. La sua Roma è squadra votata alle accelerazioni nello spazio, con i gol di Salah in tal senso specchi fedeli del mix tra tecnica e cambi di passo. In tutto questo, Dzeko è rimasto confinato al ruolo di specchietto per le allodole (in quest’ottica non così banale, anche se hanno fatto più notizia certi gol sbagliati). Se il centrocampo garantirà inserimenti, i giallorossi potrebbero anche diventare impetuosi, come nella prima mezzora con il Porto. Faranno più fatica con le difese chiuse, ma non mancano le soluzioni da fuori per aiutarsi in certe circostanze.
Infine l’Inter. Uno come Icardi non ce l’ha nessno. Higuain è tutt’altra cosa, partecipa molto di più, esalta chi gli sta vicino mentre fa caterve di gol. L’argentino nerazzurro ha invece un peso specifico in area di rigore enorme, ma è ancora troppo egoista per aiutare un’altra punta di ruolo. De Boer dovrà pensare se privilegiate un 4-3-3 o un 4-2-3-1, i cui effetti potranno essere diversi soprattutto nella ricerca dei varchi palla a terra o per via aerea. L’Icardi 2015-16 ha realizzato i suoi gol più importanti con le incursioni di Perisic nei 16 metri. Ed il croato gli ha regalato il cross a Frosinone per l’unica rete di testa della sua stagione. Attenzione a Candreva: è molto più egoista di quel che sembri. Il problema nerazzurro sembra il solito: tanto talento davanti (almeno in apparenza), tutta da verificare la possibilità che funzioni da moltiplicatore