2017

Juventus, la sentenza sul processo-biglietti arriverà il 18 dicembre

Pubblicato

su

Comincia l’appello del processo riguardante Andrea Agnelli e la Juventus, gli avvocati dei bianconeri sono fiduciosi

Entra che non è ancora venuta sera, le auto incolonnate nel traffico, la città che si avvia nervosamente ad archiviare un’altra giornata di deliri. Esce tre ore dopo, i romani sono già a cena, le strade finalmente libere, anche l’ultimo volo per Atene andato. Andrea Agnelli è sereno. Gli avvocati Luigi Chiappero e Franco Coppi, i suoi legali, non hanno perso un colpo. La lunga, agguerrita requisitoria del procuratore federale Giuseppe Pecoraro – «Soltanto lui ha parlato quasi due ore, che esagerazione», sbotta a un certo punto Leandro Cantamessa, che difende Francesco Calvo – rispedita al mittente, punto su punto, fanno intendere anche meglio del primo grado, quando già riuscirono a smontare un bel pezzo del teorema accusatorio. Si vedrà il 18 dicembre, data prevista per la sentenza, quanto Agnelli sia stato responsabile e consapevole di quei pacchi di biglietti finiti in modo un po’ troppo disinvolto agli ultrà. La Corte d’appello federale – collegio composto dal presidente Santoro e dai presidenti di sezione Ronzani, Sferrazza, Greco e Cirillo – si è presa tutto il tempo previsto dal codice. «Il caso è complesso e corposo: abbiamo letto 1.200 pagine», racconta Pierluigi Ronzani.

FIDUCIOSI – Tre ore di corpo a corpo, animati dalla coerenza con cui Pecoraro ha insistito sull’aggravante mafiosa dei comportamenti dei dirigenti juventini – erano consapevoli della natura criminale dei soggetti con cui interloquivano – già cassata dal Tribunale federale. Una
linea che non ha colto impreparata la difesa juventina, che ha provato a smontare anche la tesi che Agnelli – condannato in 1° grado insieme ad Alessandro D’Angelo, Stefano Merulla e l’ex responsabile marketing Francesco Calvo – fosse del tutto consapevole delle mani in cui finivano
i biglietti. «Nulla di nuovo, ce lo aspettavamo – racconta l’avvocato Coppi a “La Gazzetta dello Sport” – la ricostruzione dell’accusa è la stessa del primo grado, restiamo ottimisti e fiduciosi». Il presidente della Juventus, che il 18 dicembre avrà già scontato quasi tre dei dodici mesi di inibizione cui è stato condannato in 1° grado, punta almeno a grattare via un’altra porzione di squalifica. Dopo, resterà solo il Collegio di garanzia del Coni.

Exit mobile version