2013

Juventus, Pogba: «Non ho ancora fatto niente»

Pubblicato

su

JUVENTUS POGBA – Paul Pogba è stato protagonista di una bella intervista per l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, durante la quale ha toccato diversi argomenti. Il giovane centrocampista della Juventus non crede di potersi definire ancora un giocatore affermato, vista la sua giovane età e vista la necessità di dover ancora dimostrare tanto, prima di diventare un punto di riferimento nel calcio mondiale.

GIGI E ANDREA, GLI ESEMPI – «Io non sono ancora nessuno – ha esordito Pogba – . Che ho fatto? Niente appunto. Guardo Pirlo e Buffon, e imparo come si comporta un campione vero. Quei due hanno vinto tutto, sono dei mostri, eppure non mollano un centimetro, nemmeno in allenamento. Resterò a vita? Certe promesse non hanno senso, non prendo in giro nessuno io. Come si fa oggi a ipotecare una carriera intera? Non ha senso. E allora guardo al presente e dico che qui a Torino sto benissimo, adoro tutto di questo club: dirigenti, allenatore, compagni e tifosi. E al momento non mi vedo da nessuna parte che non sia la Juventus.»

GRAZIE CONTE – Pogba poi evidenzia l’importanza di lavorare al fianco di un tecnico come Antonio Conte, grintoso ed esigente come pochi al mondo: «Sono fortunato a essermi imbattuto in Conte. Mi migliora ogni giorno. Lavora, martella, non si accontenta, ha fame e vuole solo vincere. Non potevo chiedere di meglio come maestro in questa fase della mia carriera. Perchè sono venuto in Italia? La Serie A è l’università del calcio, soprattutto a livello tattico. Un centrocampista che sfonda in Italia può poi davvero ambire a diventare il migliore del mondo nel suo ruolo. Mi sono detto: “Paul, l’Italia è la scorciatoia più sicura per sfondare”. E poi, ragazzi, mi ha chiamato la Juve, uno dei più grandi club del mondo.»

SIAMO I MIGLIORI – Infine, Pogba ha parlato delle chance di vincere con la Juventus il terzo scudetto consecutivo, nonostante l’ottimo avvio della Roma: «Ho visto in tv i giallorossi in particolare, li ho osservati, sono davvero forti, hanno grandi giocatori, ma se noi ritroviamo il nostro calcio non ce n’è per nessuno. Cosa ancora non va? Subiamo troppi gol, spesso per nostre distrazioni, un qualcosa che non esiste quando si ha disposizione la miglior difesa del mondo. Sì, dietro nessuno è forte come noi, e allora c’è qualcosa che non va nell’atteggiamento generale. E a me è tutto chiaro: serve la Juve dell’anno scorso, quella che entrava in campo per sbranare gli avversari, che schiantava e spaventava chiunque fin dalle prime battute, che non rallentava fino al 90’. Dobbiamo svegliarci immediatamente e ritrovare la testa giusta: basta regali, alla lunga si pagano. Ma sento che ci siamo… Anzi, i 20’ coi quali abbiamo messo nei guai il Milan nella lotta scudetto possono costituire la scintilla giusta, la svolta della nostra stagione.»

Exit mobile version