2012

Juventus, Pirlo: ?Taglio alla Balotelli se??

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JUVENTUS PIRLO – Il 2012 è stato un anno speciale anche e soprattutto per Andrea Pirlo, che ha vinto lo scudetto al suo primo anno in bianconero e che ha rivitalizzato una carriera che al Milan si stava spegnendo. La redazione di Tuttosport ha raccolto le principali dichiarazioni del regista della Juventus, che ha parlato in poche occasioni, ma comunque a ruota libera.

Su Agnelli: «Quando viene a Vinovo è come l’allenatore, chiede di vincere come la Juventus è storicamente abituata a fare e di dare sempre il meglio per questa maglia».

«Un taglio alla Balotelli se dovessimo vincere la Champions? Vediamo… Ne parlerò con i miei compagni», ha scherzato Pirlo, che poi sugli allenamenti di Conte ha dichiarato: «Possono davvero essere devastanti. Ma è veramente un grande allenatore: assomiglia a Lippi».

Sull’ambientamento a Torino: «Sto iniziando ad apprezzare Torino. E’ una città che mi assomiglia, tranquilla, sobria. Milano mi manca sempre di meno».

«Il vero motivo del mio trasferimento è stato un altro: Allegri voleva piazzare davanti alla difesa Ambrosini o Van Bommel e io avrei dovuto cambiare ruolo. Allora ho detto ‘no, grazie’ e ho scelto la Juve, che mi offriva motivazioni importanti. Ci tengo a dire che non è stata una questione economica. Il Milan ha deciso che non servivo più. L’ho capito subito durante quel colloquio. Nel mio ruolo Allegri preferiva altri giocatori», ha spiegato il centrocampista in merito al suo addio al Milan, mentre sulla sua nuova realtà ha aggiunto: «La Juve è la squadra più famosa, anche nel mondo, con tantissimi tifosi a favore e altrettanti contro. Quando si vince è normale che ci sia accanimento, ma siamo abituati e la cosa non ci disturba. A Trieste ho pianto. Non era il primo scudetto della mia carriera, ma ho pianto. Lacrime di gioia perché la vittoria è stata bella e intensamente voluta. Ci tenevo molto. E mentre piangevo ho abbracciato Buffon: parlavamo di quello scudetto dall’inizio della stagione. La Champions? Noi siamo la Juventus e abbiamo il dovere di iniziare ogni competizione con l’idea di vincerla. Senza presunzione, ma senza paura. La Coppa o il campionato? Se devo scegliere dico Coppa. La maglia della Juventus è unica. E mi trovo molto bene a indossarla. Vestire una maglia che rappresenta anni di successi e tradizione mi regala un senso di orgoglio, dopo aver indossato per tanti anni un’altra maglia come quella del Milan, similmente ricca di successi e tradizione. Sono molto soddisfatto e contento».

E su alcuni compagni di squadra ed il suo possibile erede: «Vidal e Marchisio sono due vere mezzali, autentiche: sanno inserirsi in avanti e anche coprire. E’ un piacere giocare con loro, perché per me è più facile sapere che mi coprono e, nello stesso tempo, aggredire gli spazi e darmi la possibilità di lanciarli. Pogba? Impressionante. E’ un ragazzo giovane, di prospettiva sicura. E’ un gran colpo averlo strappato a un club così importante come il Manchester United. Verratti? Ha caratteristiche simile alle mie ed è bravissimo. Dategli solo il tempo di crescere e sbagliare in santa pace. Può essere la mia continuazione».

Sul suo “dono”, Pirlo ha dichiarato:  «E’ un dono naturale, che va coltivato. Io l’ho fatto fin da piccolo. Due volte alla settimana, alla fine dell’allenamento, mi fermo una mezz’oretta e mi esercito. Non provo soltanto il tiro ad effetto. Se una punizione è tirata come si deve, è imparabile. Io ho imparato guardando Platini in tv, da piccolo. E nel Brescia mi allenavo con Baggio. Lo studiavo bene. Ma in Italia le barriere sono troppo vicine. A livello internazionale, invece, gli arbitri fanno rispettare di più la distanza. Il talento è importante, anzi fondamentale. Ma devi lavorare per coltivarlo, altrimenti solo con il talento non vai da nessuna parte. Il talento mette i presupposti, ma è il lavoro che ti porta a raggiungere gli obiettivi».

«Zeman? E’ un allenatore particolare, che fa discutere. Anzi, è un grande allenatore e le sue squadre giocano bene. Fuori dal campo ogni tanto dice delle cose un po’ strane, ma è parte del suo carattere o ormai lo conosciamo», ha dichiarato il calciatore bresciano, che poi su ha svelato un’attività extracalcistica: «Con la mia famiglia abbiamo rilevato un’azienda viticola, la Pratum Colmer, sforniamo 41mila bottiglie l’anno. Rosè, bianco e rosso».

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