2018

Juventus, Paratici si racconta: «Tevez l’operazione più difficile. Conte? Più semplice lavorare con Allegri»

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Il d.s. della Juventus Fabio Paratici ha parlato con Gianluca Di Marzio del suo metodo, del lavoro con Marotta e della ricerca dei calciatori

Dopo le parole sull’affare Cristiano Ronaldo, arrivano nuovi stralci dell’intervista di Fabio Paratici con Gianluca Di Marzio a SkySport. In particolare, il direttore sportivo della Juventus parla del suo metodo: «Se sono uno che va su tanti giocatori, anche un po’ per disturbare o far pagare di più le concorrenti? Sì, ma credo che quella sia un po’ una cosa di tutti. Nel mio caso non è strategia è che sono ossessionato dal riconoscere. Quindi quando vedo o leggo o sento dagli agenti che qualcuno sta trattando un giocatore, la mia più grande dote credo che sia la curiosità di sapere com’è quel giocatore. Questa è una cosa che mi stimola molto. Quindi a volte faccio azioni di disturbo anche non volendo strategicamente. È proprio una questione di conoscere e di sapere, anche se poi logicamente lo collegano alla tua squadra e anche tu diventi un potenziale pretendente».

Paratici passa poi al suo rapporto lavorativo con Beppe Marotta, ora all‘Inter«Il segreto della coppia Marotta-Paratici? Credo che fossimo molto ben assortiti, complementari. Nel senso che io mi occupavo di una parte prettamente tecnica, lo scouting, il rapporto con gli agenti, individuare i calciatori. Sì, il calciatore lo individuavo io, poi c’era il confronto con lui, che è una persona molto esperta, che conosce il calcio e che conosce molto bene i numeri, e fino a dove si poteva arrivare in una trattativa. Diciamo che la cosa migliore era il fatto di essere ben assortiti. Io portavo avanti fino all’ultima fase, dove lui interveniva con la sua esperienza e mi aiutava a fare meno errori possibili».

Paratici e i colpi di mercato

Al d.s. della Juventus viene chiesto l’affare più difficile della carriera: «Credo che, nella durata, sia stato Tevez. Alla fine, è stato un giocatore che abbiamo contattato alla fine del primo anno alla Juve, quando non facemmo una bella stagione. Dovevamo rilanciare la Juve e contattammo ugualmente Tevez, anche se non eravamo qualificati per la Champions. I grandi giocatori, quando non giochi la Champions, fanno fatica a venire. Però lui disse subito: ‘Sì, anche se non siamo in Champions, io alla Juve verrei’. Poi la trattativa non è andata in porto per altri motivi, economici e via dicendo, però siamo sempre rimasti in contatto perché è sempre stato un mio chiodo fisso portare Tevez alla Juve».

Infine, Paratici commenta il mercato per i due allenatori con cui ha lavorato alla Juventus, Allegri e Conte: «Conte era legato alla funzionalità del giocatore, rispetto a quello che voleva fare lui. È una cosa legittima, anzi, facilita anche il lavoro di chi deve cercarti i calciatori. Conte aveva uno schema di gioco e, giustamente, bisognava cercare di trovare giocatori funzionali ad uno schema di gioco. Allegri, in questo senso, è più elastico, non ha solo un sistema di gioco, è più aperto, ha più soluzioni. Quindi il mercato si amplia un po’ di più. Io mi reputo fortunato anche solo per il fatto di poter vedere, da appassionato di calcio, tutti i giorni, da 10 anni, i più grandi calciatori dell’ultimo decennio. Mi sono goduto Pirlo, Vidal, Pogba, Dani Alves, Buffon».

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