2009
Juventus, Marotta: “Dzeko sogno che non tramonta”
Il direttore generale della Juventus, Beppe Marotta, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport, dove parla a 360Ã?° del mercato bianconero e delle prossime mosse da parte della dirigenza della Vecchia Signora in vista del prossimo campionato: “Dopo una stagione deludente, era fonÃ?Âdamentale restituire entusiasmo ai tifosi. Il nostro lavoro è soltanto all’inizio, ma loro hanno imparato a fidarsi: garantisce il ritorno, dopo 48 anni, di un Agnelli alÃ?Âla presidenza. Le prime mosse non hanno convinto i tifosi? Per cancellare certi pregiudizi, basta rivisitare la storia bianconera: l’hanno scritta campioni scovati in piccoli club e diventati grandi a Torino. Del Neri vuole quattro rinforzo? Confermo, ma prioritari sono due: un terzino sinistro e un esterno destro. Gli altri sono legati a operazioni parallele, incastri obbligati dalla nuova realtà del mercato: non è più tempo di spese folli, il potere d’acquisto deve essere pari ai riÃ?Âcavi, d’altronde i Messi e i Cristiano RoÃ?Ânaldo non sono alla portata di nessun club italiano. Dzeko? E’ un sogno che non tramonta, un obiettivo che inseguiremo finchè possibiÃ?Âle, benchè consapevoli di enormi difficolÃ?Âtà : il prezzo fissato dal Wolfsburg è alto e i club concorrenti hanno risorse magÃ?Âgiori. Però fa piacere che il centravanti bosniaco abbia espresso gradimento per un’eventuale destinazione bianconera, vuol dire che l’appeal rimane forte. Elia e Aogo? Soffermatevi su un aspetto statistico dell’amichevole con l’Amburgo: nella formazione iniziale c’erano Ekdal, Motta, Lanzafame, De Ceglie, il giovanissimo Ferrero… età media bassa, freschezza e qualità . Se questa è la filosofia, sia Aogo che Elia sono da Juve, però occorre semÃ?Âpre trovare un punto d’incontro tra le noÃ?Âstre esigenze e quelle del club proprietaÃ?Ârio dei cartellini. Se anche Krasic è da Juve? Assolutamente sì, lo seguiamo con atÃ?Âtenzione. Nel suo caso, tuttavia, bisogna anche tener conto dello status di extracoÃ?Âmunitario: l’obbligo di tesserarne uno soltanto si riflette sulle strategie dei club. Al di là dell’opportunità , mi ha stupito la tempistica della riforma: è stata decisa quando i progetti erano già pronti”.