2012

Juventus, Marotta: “Conte miglior giovane tecnico”

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JUVENTUS MAROTTA – Intervenuto ai microfoni di Gr Parlamento-La politica nel pallone, trasmissione di Radio Rai, Beppe Marotta è tornato sulla sconfitta della Juventus con l’Inter e sul tema degli errori arbitrali: «Il calcio è anche questo: dopo 49 risultati utili un ko che lascia amarezza, ma da cui bisogna rialzarsi. Errori arbitrali? E’ così da sempre, sbagliava Concetto Lo Bello, sbagliano oggi. L’importante è partire dal principio che non è malafede. Alla fine errori e favori si bilanciano. E non sono privilegiate le grandi. Altrimenti nella passata stagione il Catania non avrebbe avuto 11 rigori a favore e noi 4. Moviola la soluzione? Non del tutto, perché ci sono dinamiche meccaniche come la forza di una spinta, che la moviola non può dirimere. L’ausilio parziale della tecnologia sì: come nel gol-non gol».

L’amministratore delegato bianconero ha poi proseguito parlando di Stramaccioni e Conte: «Non vorrei più parlarne, comunque anche lo Zanichelli parla di leggerezza, che era quella a cui mi riferivo io. Mi spiace se ha frainteso, resto al senso che hanno le parole: lui, essendo giovane è nella condizione mentale migliore per allenare. Conte? Ho letto di record che avrebbero fatto altri tecnici. Io dico che Conte, con i 49 risultati utili, lo scudetto, la Supercoppa e il secondo posto in Coppa Italia concorre con autorevolezza al ruolo di miglior tecnico giovane nel mondo. E che con gli stessi numeri la Juve avrà perso con l’Inter, ma resta il riferimento di questa fase del calcio italiano. Ha uno staff di primo livello, ma avercelo tolto dalla panchina per tutte queste partite è stato un danno, perché il lavoro che fa durante la gara è molto della sua forza. Dunque i nostri ultimi risultati vanno ancora più esaltati. Alla fine della partita con l’Inter era un leone in gabbia. Arrabbiato, ma carico e concentrato sui danesi. E chiaro che lì c’è un solo risultato. La vittoria. E sarà la miglior risposta a questa sconfitta» .

Infine, è intervenuto su Agnelli e le riforme per rinnovare il calcio italiano: «Agnelli? E’ già il riferimento di chi vuole il rinnovamento. Conosce il mondo del calcio da quando era ragazzo. E dal consiglio dell’Associazione dei club europei porta il nome dell’Italia all’estero. Riforme? La legge sugli stadi subito operativa, una rivisitazione della legge Melandri sui diritti tv che a mio avviso è sbilanciata un po’ verso le piccole. Una riforma della giustizia sportiva per evitare che l’accusa abbia la clava e la difesa sia a mani nude. Siamo società per azioni, la squalifica di un calciatore o di un tecnico ci crea un danno enorme. Dobbiamo recuperare autorevolezza economica e di immagine. Tanto per essere chiari un top player da 30-40 milioni in Italia non può permetterselo nessuno. Semmai vanno via. Ecco perché sul mercato di gennaio è serio lavorare senza fare proclami».

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