2011
Juventus, Marotta: “Conte grande allenatore, sul mercato..”
Beppe Marotta parla a lungo presente alla Festa di Natale di Serie A, elogiando in particolar modo il lavoro di mister Conte, anche riguardo alle scelte su Del Piero e Quagliarella: “Conte ha sempre agito con la massima correttezza nei confronti dei giocatori mandando in campo i più preparati e adatti alla situazione. Quagliarella era reduce da un grave infortunio e siamo felici che abbia trovato subito il gol nel nostro stadio. Conte è sulla strada per diventare un grande allenatore. Dietro il momento felice della squadra ci sia soprattutto il grande lavoro di Conte, che ha portato mentalità vincente e organizzazione di gioco”, ha spiegato come riportato dal Corriere dello Sport.
Sulla sfida contro l’Udinese: “Una partita importante ma non determinante per l’esito finale del Campionato.” che, secondo Marotta, non esclude la corsa per l’Inter: “Le statistiche dei campionati precedenti dicono che le grandi possono recuperare velocemente. Tutto è possibile perchè ci sono tanti punti a disposizione”.
Sul mercato chiarisce: “Non abbiamo esigenze particolari, ma è obbligatorio valutare cosa offre il mercato e siamo pronti a cogliere l’opportunità per dare maggiore qualità al gruppo. Comunque. Tevez non ci interessa e se arriverà in Italia non sarà alla Juventus”.
Nota infine su questioni che vanno al di fuori dal campo: “Bisogna debellare gli illeciti consumati con grande facilità da parte degli addetti ai lavori, non ci sono quei controlli mirati che servirebbero. Oggi ho provato grandissimo dispiacere, purtroppo queste notizie ci riportano alla mente i primi anni Ottanta, sono fatti che non fanno bene al calcio” e sul ‘tavolo della pce’: “Il tavolo della pace convocato a Roma non ha dato i frutti che il presidente del Coni Gianni Petrucci si attendeva, ma la Juventus appare sempre decisa a far valere le sue ragioni. Adesso guardiamo avanti con serenità . la Juve vuolo solo cercare la verità , cioè eliminare i torti subiti. Per quanto ci riguarda da una parte c’è una grande disponibilità per il dialogo, dall’altra una grande fermezza nel veder riconosciuti i nostri diritti”