2009
Juventus, Marotta a tutto campo: tra infortuni, mercato e arbitri
Giuseppe Marotta ha toccato praticamente tutti gli argomenti, nel corso di un’intervista rilasciata per la trasmissione Bianco e Nero.
Il direttore generale della Juventus ha parlato di infortuni, mercato e anche degli arbitri: “La questione infortuni? L’80% degli infortuni sono di carattere traumatico,quelli muscolari sono in percentuale minima, credo ci sia una complessità di fattori dalla preparazione ai ritmi di gioco – ha detto Marotta – . Il clamore sulla Juventus? La dimensione mediatica della nostra società è tale che ogni situazione nel bene o nel male viene ingigantita, ma questo, da quand”ero ragazzino, capita alle grandi squadre. Non mi ha trovato impreparato. Le considerazioni da me fatte sugli arbitri? Sono state pacate e infatti non sono stato deferito Il mio è stato un intervento di supporto tecnico, gli arbitri devono attribuire lo stesso peso alle stesse situazioni di gioco. Le novità sul contratto di Chiellini? Se si ottengono obbiettivi che portano ricavi anche alla società è giusto che il giocatore partecipi ,al contrario è giusto che non abbia ricavi, la flessibilità è usata in molti settore imprenditoriali. Poi c’è la parte etica ed estetica che riteniamo fondamentale, prendendo spunto anche da altri settori come l’automobilismo. Il mercato di gennaio? à? un’opportunità che deve essere colta da tutte le squadre, si possono valutare elementi che possono aumentare la qualità della rosa, il secondo aspetto è economico, non faremo investimenti importanti. Anche perchè sono dell’idea che in quella finestra di mercato non ci siano grandi giocatori su cui fare investimenti. Per quest’estate stiamo lavorando: Quagliarella e Aquilani sono oggetti dei nostri desideri e quindi valuteremo tutti gli aspetti inerenti al loro acquisto. Tra Dzeko e Benzema prendo Dzeko; Maxi Lopez invece non è nei nostri programmi. Andrea Agnelli? E’ un giovane dirigente con grandissime capacità ,dinamismo e passione per i colori bianconeri, è la continuità di una decisione presa un secolo fa dalla famiglia Agnelli, è un grande competente, sia come imprenditore, sia in materia calcistica. E devo sottolineare che lui non invade mai il campo altrui, c’è molto rispetto dei ruoli.”