Juventus, Marchisio: «E' l'anno zero, ma mi ricorda la squadra di Del Neri» - Calcio News 24
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Juventus, Marchisio: «E’ l’anno zero, ma mi ricorda la squadra di Del Neri»

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Claudio Marchisio, ex centrocampista bianconero, ha analizzato la situazione attuale vissuta dalla Juventus: le sue parole

Claudio Marchisio ha parlato a La Gazzetta dello Sport verso Zenit-Juve.

PARTITA – «Molto diversa da quella dell’andata, perché lo Zenit è in crescita e arriva da due vittorie importanti che le hanno permesso di mettersi insicurezza in campionato. All’andata contro la Juve non ha fatto granché, limitandosi a difesa e contropiede, un po’ come i bianconeri con il Chelsea, stavolta mi aspetto Azmoun titolare al posto Dzyuba e un atteggiamento molto più spavaldo. Si giocheranno l’all in per cercare di raggiungere il secondo posto: non sarà una partita facile per la Juventus».

JUVENTUS – «Dopo la brutta partenza aveva trovato un minimo di equilibrio ma non una vera identità: quasi ogni partita vediamo una formazione diversa, significa che Allegri non ha ancora trovato il suo undici. Lo step successivo doveva essere il gioco, che però non è arrivato. Max stesso dopo lo Zenit ha detto che non vedeva ancora la sua Juve. Si capiva che non fosse soddisfatto nonostante il filotto di vittorie. Forse questo è davvero l’anno zero, che servirà a capire dove può arrivare questa Juve».

SOLUZIONE – «La classifica al momento dice che la Juventus è fuori dalle Coppe e un club così importante non può permetterselo. La situazione è complicata, ci vorrebbe tempo che però non c’è, perché a novembre la squadra doveva essere più avanti, bisogna recuperare se stessi e la voglia di vincere. Allegri ha l’esperienza per sistemare le cose, idem i giocatori che sono persone responsabili oltre che capaci. Sento dire spesso che la rosa bianconera è scarsa, ma non è affatto così. Ci sono campioni europei e altri che giocano in nazionali importanti. In tanti possono dare la scossa».

DNA JUVE – «La Juve ha cambiato tanto negli ultimi anni e ha perso il suo dna, che significa lottare su ogni pallone, non arrendersi mai. Non ricordo tante Juve del passato che giocassero bene, ma erano tutte schiacciasassi»

ANALOGIE COL 2015-2016 – «Non molte. Venivamo da una stagione sfibrante, in cui eravamo arrivati in finale di Champions, in estate avevamo perso Pirlo e Vidal e abbiamo iniziato con tutto il centrocampo infortunato e Padoin regista. Semmai vedo più punti in comune con la Juve di Delneri che arrivò settima e questo deve essere un campanello d’allarme. Ricordo che dopo ogni passo falso ci dicevamo “vabbé ma tanto piano piano recuperiamo”. Eravamo convinti di arrivare in Champions e invece siamo andati avanti tra alti e bassi. Quando entri in una spirale negativa non è così facile tirarsene fuori, anche la fortuna ti gira le spalle».

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