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Juventus, Llorente: «Torino? Con Conte siamo un blocco di cemento!»

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L’attaccante spagnolo ha parlato in vista del derby.

JUVENTUS LLORENTE – Dalla gara di andata sono cambiate molte cose per Fernando Llorente, che si presenta con uno spirito diverso in vista del derby della Mole. Da panchinaro a titolare, l’attaccante della Juventus ha cancellato i dubbi sorti ad inizio stagione: «Lo ricordo bene quel vostro titolo grosso come una casa in prima pagina a settembre: “Llorente è solo bello?”. Ma io non lo presi male. Compresi subito lo spirito della domanda. Non giocavo, la gente si chiedeva come mai. Dove fossi finito. Ma Conte sapeva che dovevo lavorare molto per raggiungere la forma giusta. Con me ha fatto un lavoro incredibile. Ha saputo aspettare il momento perfetto per farmi giocare. Derby? Ne ho già attraversati di derby caldi, credetemi. So come funziona. Con l’Athletic in 9 anni ne ho vissute tante di sfide straordinarie con la Real Sociedad. Un derby pure quello, anche se loro non sono di Bilbao. E’ il derby dei Paesi Baschi. Con anche grandi implicazioni sociali e politiche. La rivalità sportiva è simile a quella che si sente a Torino», ha dichiarato lo spagnolo ai microfoni di “Tuttosport”.

APACHE – Llorente ha parlato poi del feeling con Carlitos Tevez: «Siamo molto differenti, forse anche per questo formiamo una bella coppia. Lui è più aggressivo di me, si muove di più, è più piccolo, si tocca con mano la sua voglia di impressionare, di fare gol. Il nostro obiettivo è aiutare la squadra a vincere il campionato e l’Europa League. E’ molto difficile. Bisogna disputare ogni gara come se fosse l’ultima. E’ questo l’unico modo per arrivare più lontano possibile. Poi, fuori dal campo, non è che io e Tevez ci frequentiamo molto. Ognuno va dalla propria famiglia: lui ha sua moglie, i figli. Io la mia fidanzata, i miei genitori quando mi vengono a trovare. Resta il fatto che, tra allenamenti e ritiri, trascorro più tempo con Tevez che con la mia fidanzata!».

FULL IMMERSION – Il “Re Leone” bianconero ha poi parlato del duro lavoro a Vinovo: «Me lo aspettavo, me lo avevano preannunciato, ma non credevo così tanto. Per fortuna a Bilbao non solo con Bielsa ero abituato a lavorare parecchio. E ciò mi ha aiutato ad abituarmi prima ai metodi di Conte. Devi pensare solo al calcio. E a prepararti. Riposare, mangiare bene, fare tutto ciò che puoi per poi poter allenarti. Bielsa e Conte sono molto differenti. L’argentino mi ha insegnato molte cose a Bilbao. Mi è servito per migliorare. E anche adesso, per metter ancora più a frutto la lezione di Conte. La Juve per me è un’opportunità incredibile: devo dimostrare chi sono, quanto valgo. Far vedere di essere all’altezza anche qua».

CONDOTTIERO – E a proposito di duro lavoro, Llorente ha parlato di Antonio Conte: «E’ fortissimo come allenatore. Si porta dietro tanta esperienza da giocatore, vede le cose prima che succedano in partita. Ti avverte in anticipo, ti mette in guardia. Ti aiuta a non sbagliare, a scegliere la strada migliore prima degli altri. Vive tantissimo il calcio, trasmette energia e una voglia di vincere così… gigantesca, che poi ti fa davvero vincere. Ora sono curioso di scoprire com’era da giocatore: cercherò un po’ di immagini su YouTube. Ogni tanto racconta anche qualche episodio particolare accaduto a lui da giocatore, per aiutarci a capire, a non sbagliare. Questo momento del campionato è delicatissimo, è decisivo. Non bisogna perdere punti per strada, ci stiamo giocando lo scudetto. In effetti stiamo faticando tanto in questo periodo: serve per accumulare nuove energie utili per il rush finale. Sul momento magari patisci, ma a gioco lungo sarà molto utile. Non dobbiamo fare cavolate tali da mandare in pezzi quanto abbiamo costruito finora. Prima cosa: restare sempre concentrati».

SPOGLIATOIO – Sulla compattezza del gruppo bianconero poi: «Siamo un unico blocco di cemento. E’ un altro aspetto decisivo. Ma non è comune nel calcio trovare spogliatoi tanto compatti. Spesso vedi squadre con tanti giocatori di nazionalità diverse che non conoscono l’amicizia. Ma una grande squadra non può permettersi uno spogliatoio diviso. E la Juve è grande. Cena con Osvaldo e Pogba? E’ un esempio lampante. Paul è una grandissima persona. Dividiamo la stanza in ritiro, trasmette sempre allegria, ti fa ridere, ti aiuta a superare le tensioni. Diventerà sempre più forte, Pogba. Sa che potenziale ha. E ha testa, non si monterà. Sa che deve ancora lavorare tantissimo per diventare ciò che può diventare. Può farcela anche ad arrivare al Pallone d’Oro. Ma deve dimenticare tutto ciò che ha fatto finora e continuare a lavorare per crescere. Il Pallone d’Oro non deve diventare un’ossessione per lui. Continuando a fare una vita tranquilla ce la può anche fare. Però poi dipende anche dai rivali che trovi. Per dire: da anni dominano Messi e Cristiano Ronaldo e anche un Pallone d’Oro potenziale come Pirlo resta dietro. E dire che è impressionante per come fa girare la squadra. Migliora il rendimento di tutti noi. Fa correre la palla con una velocità straordinaria. Ti accorgi davvero di lui quando non c’è. E pensi: mamma mia quanto è importante».

NAZIONALE – Il sogno della convocazione in Nazionale resta vivo: «Spagna-Italia? Spero di essere convocato. Sarebbe una bella sfida. Ogni tanto è divertente giocare contro i tuoi compagni. In effetti, poter evitare nei tackle un duro come Chiellini… Un fallimento non essere convocato per il Mondiale? Sarebbe un fallimento se non mantenessi un rendimento all’altezza nella Juve. Ma se dovessimo vincere lo scudetto e l’Europa League, non sarebbe mai un fallimento. E la mia coscienza sarebbe a posto. Anche se poi non andassi al Mondiale. Certo, mi dispiacerebbe. Ma sono tanti gli attaccanti forti, per il ct non è facile scegliere».

BOMBER – L’attaccante bianconero ha parlato poi di due colleghi, Osvaldo e Morata: «Nessuna gelosia. Osvaldo è un grande, sono contento per lui. Capisco la sua gioia di essere arrivato in uno squadrone come la Juve: è la mia stessa soddisfazione. E qui c’è spazio per tutti, tutti sono importanti e Conte ha bisogno di tutti. Morata? E’ un grandissimo attaccante, basta vedere cosa ha fatto nell’Under 21. Non è facile emergere dal vivaio del Real Madrid e raggiungere la prima squadra così giovane, anche se non riesce ancora a giocare tantissimo. Gli dispiace ed è comprensibile. Ma pure lui sa che il Real cerca sempre di avere i migliori giocatori al mondo e non è facile incunearsi. Morata col pallone sa fare cose incredibili. E’ forte, ha la giusta cattiveria agonistica».

DERBY –  E, infine, Llorente si candida per una “firma” sulla stracittadina torinese: «Mi farebbe tanto piacere segnare, perché mi piacciono da morire queste partite così calde, così attese, così differenti dalle altre. Così speciali. Per cui anche ogni gol è speciale. So bene quanto ci tengono i tifosi. In qualche modo il Toro è nel mio destino. Ho sempre amato la corrida. Ne ho viste tantissime fin da bambino».

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