2013

Juventus, Lippi: ?Agnelli? Una settimana prima della morte mi chiese??

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JUVENTUS AGNELLI LIPPI – Volato dalla Cina per raggiungere Torino nel giorno in cui si onora la memoria di Gianni Agnelli, scomparso dieci anni fa, Marcello Lippi ha ricordato l’Avvocato: «Chiariamo subito una cosa? L’Avvocato non chiamava all’alba, chiamava a tutte le ore, mattina, pomeriggio, sera, ma alla sei di mattina io non ho mai ricevuto una sua telefonata. Ah, comunque è chiaro che avrei risposto. In casa dell’Avvocato sono andato una volta sola, una settimana prima della sua morte, con Luciano Moggi. L’Avvocato aveva il corpo magro, i capelli cortissimi di chi si sottopone alla chemioterapia, il volto carico di sofferenza. Stava seduto su una poltrona, in salotto, ci sorrise. Poi volle che ripercorressimo insieme a Luciano le vittorie più belle della nostra Juventus. Ecco, questa è l’immagine che non potrò mai dimenticare dell’avvocato», ha dichiarato, come riportato da Il Secolo XIX, l’ex allenatore bianconero, che alla guida della Juventus ha vinto tutto: «Arrivai alla Juventus dopo un lungo periodo senza vittorie. La società era gestita dal dottore, suo fratello. Succedeva così, si alternavano e ovviamente rispettavano i ruoli. L’Avvocato manca a tutti,ma anche il dottore era un uomo straordinario. Tra loro credo di aver percepito sempre una legame straordinario, un’intesa spontanea. Anche la notizia della loro morte arrivò come qualcosa di drammatico, ma difficile da materializzare. Forse è per questo che ricordo ancora e soprattutto quell’immagine dell’avvocato seduto sulla poltrona di casa, una settimana prima della sua morte. I miei primi mesi alla Juve furono difficili, come previsto. E l’Avvocato allora fece una delle sue battute, mi pare all’uscita da San Siro. Disse che per quell’anno era più facile che la Ferrari vincesse il mondiale di Formula Uno, piuttosto che la Juve lo scudetto. Vincemmo lo scudetto e l’avvocato venne al campo d’allenamento, ricordò quella frase e mi disse che il 90 per cento del merito di quella vittoria era mio».

Non solo vittorie in bianconero, ma anche sconfitte: «poche, ma quando succedeva l’avvocato veniva al campo, stringeva la mano ai magazzinieri, al giardiniere, al calzolaio, mi faceva un cenno e andava via. Alla squadra non voleva avvicinarsi. Era un modo unico per dirci: ricordate che siete dei privilegiati, che guadagnate molto più di certe persone che stanno al vostro fianco e fanno ogni giorno il loro dovere», ha concluso Lippi.

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