2013

Juventus, la consacrazione di un predestinato: dal Napoli al Napoli, l’anno magico di Pogba

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JUVENTUS SERIE A PAUL POGBA – Dal Napoli al Napoli: in poco più di un anno Paul Labile Pogba è riuscito a ottenere la definitiva consacrazione, compiendo quell’ultimo passo – abbandonare l’etichetta di promessa – che molti, sul più bello, non sono stati in grado di realizzare.

PREDESTINATO – Difficile, se non impossibile, non considerarlo un predestinato: nel 2009 Sir Alex Ferguson si accorse delle sue qualità e fece di tutto per portarlo al Manchester United. Dimenticandosi, però, di rinnovargli il contratto una volta compiuti 18 anni: un errore imperdonabile, uno dei pochi del manager più grande di sempre. E allora per Pogba si sono aperte le porte della Juventus, dove ha subito mostrato grande personalità: maglia numero 6, quella che in passato fu di un certo Gaetano Scirea.

TALENTO – Approdato sotto la Mole come vice Pirlo, Antonio Conte ha immediatamente fiutato le doti del francese, talento in grado di ricoprire qualsiasi posizione a centrocampo. Se l’è cullato, dosandogli il minutaggio e inserendolo gradualmente in squadra: esordio il 22 settembre contro il Chievo Verona, prima in Champions il 2 ottobre contro lo Shaktar e…  esplosione, in stile Supernova, della stella Pogba contro il Napoli venti giorni più tardi. Entrato da pochi minuti al posto di Vidal, l’ex Manchester United ha abbagliato lo Juventus Stadium con un magistrale sinistro al volo a incrociare, regalandosi la prima gioia in bianconero.

ERRORI – Contrariamente alle sorti di una Supernova, però, la parabola di Paul è proseguita in crescendo, e le partite successive lo hanno dimostrato. Il suo tocco di palla è delizioso, così com’è magica l’abilità nell’arpionare palloni con le sue enormi leve – di qui il soprannome ‘Polpo Paul’. A ciò va aggiunta l’intelligenza tattica, unita alla capacità di inserimento, che il 31 ottobre gli consente di punire di testa il Bologna in pieno recupero: altro gol e primi tre punti regalati ad Antonio Conte. Già, Conte, colui che ha saputo bacchettarlo anche nei momenti di gloria: al secondo ritardo all’allenamento nella stessa settimana, il tecnico salentino ha deciso di escluderlo dalla lista dei convocati per la gara di Pescara. Errore di gioventù, perché da quel momento Pogba non ha più sbagliato, confermando di avere anche la testa giusta: una dote senza la quale è impossibile progredire.

VIA DEL GOL – La prodezza al Napoli è stata solo la prima di una lunga serie: Pogba ha realizzato 10 reti con la maglia bianconera, e solo in un’occasione – nel rocambolesco match di Firenze – la Juventus non è riuscita ad ottenere la vittoria. E quando non sono eurogol – come i due bolidi con cui ha distrutto l’Udinese il 19 gennaio -, le marcature del francese risultano comunque decisive: le reti contro Parma e Torino sono valse sei punti, pesantissimi ai fini della classifica.

CONSACRAZIONE – Fino al capolavoro di domenica sera: ancora contro il Napoli, sempre allo Juventus Stadium e al volo, ma questa volta di destro e nell’altra porta. Un gol che è servito per conquistarsi definitivamente la Juventus, i suoi tifosi e il palcoscenico europeo: e gli sono bastati poco più di 365 giorni. La scorsa stagione, in campionato, in 18 occasioni su 33 partite disputate è partito dal primo minuto. Quest’anno siamo già a 10 su 12: un po’ è dipeso dall’infortunio di Marchisio, vero, ma il numero 8 bianconero contro gli azzurri era disponibile. Ed è rimasto ad ammirare, dalla panchina, la stella nascente del calcio europeo e – soprattutto – juventino: Paul Pogba, luminoso come una Supernova, ma sempre più simile alla Stella Polare per importanza.

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