2011
Juventus e Udinese, la forza di un progetto mirato. Milan, aspettando gennaio sei la più forte. Roma e Inter, destini condannati per un calcio che non vive di rendita. Napoli, ci sei…
Partiamo da un presupposto: quest’anno, negli alti piani della Serie A, è vietato sbagliare. Il campionato è equilibrato, elemento che non si vedeva nel calcio nostrano da troppo tempo. Menomale, potremmo dire. La Juventus guarda tutti dall’alto al basso e non si trova certo lì per pura casualità . Marotta, dopo un’annata di errori, ha puntato sulla dedizione e sulla costruzione di un progetto che ha una teoria affidata alle magie del mago salentino, punto cardine del gruppo: Antonio Conte, abile a sfruttare pienamente la forza di ogni singolo giocatore e di mantenere intatto un gruppo, nonostante alcune esclusioni eccellenti, che rumoreggiano solo sul mercato, senza infastidire come fosse “L’ombra del nemico“. O almeno cosi la definiva un certo Mago Di Setubal. Tuttavia, Marotta è al test finale nel mercato di gennaio, quando sarà chiamato a dover ancora intervenire, sia per piazzare gli esclusi di lusso (Krasic, Amauri, Toni etc) e sia per consolidare il gruppo con altri due innesti: un vice-Pirlo ed uno che sostituisca Bonucci, lontano parente del difensore che si è fatto apprezzare in quel di Bari due anni fa. Solo in questa maniera, nonostante classifica e scontro diretto reciti il contrario, il Milan potrebbe essere raggiunto. Allegri dispone di un pizzico di cattiveria in meno, ma ha a disposizione gente affermata che ha bisogno di replicare il tricolore dello scorso anno. La qualità è nettamente superiore, se sfruttata al cento per cento, soprattutto per il cinismo presente in quel di Milanello, che è già pronto ad accogliere il fenomeno di gennaio. Tevez è un’operazione fattibile vista la volontà dei citizens di liberarsene e l’astuzia di Galliani nell’anticipare una concorrenza mai dichiarata. L’Udinese non è più una sorpresa, bensì l’isola felice del nostro calcio. Il binomio Pozzo-Larini è capace ogni anno di vendere campioni fatti in casa, acquistando piccoli talenti sconosciuti da ogni parte del mondo, che fruttano risultati senza eguali. Il Napoli, dopo aver strapazzato il Lecce, volge lo sguardo alla gara dell’anno, che potrà valere il passaggio del turno. Mazzarri sa come caricare i suoi, come renderli decisivi, ma, in campionato, urgono rinforzi per dar fiato al “Trio delle meraviglie”, caricato di responsabilità eccessive. Acquistare un vice-Cavani deve essere un imperativo categorico, soprattutto in caso di passaggio del turno in Champions League. Luis Enrique, sotto la città di Romolo e Remo, è sempre più contestato e la dimostrazione di mancanza di tranquillità , è tutta nei 3 rossi del Franchi, ripagati con altrettante sberle che condannano una Roma, orfana di identità e di attributi, che in Serie A contano parecchio. In basso, invece, c’è l’Inter, sconfitta in casa da Isla & Co. I tempi di Mourinho son finiti ed è inutile attribuire e sparare a zero sui Gasperini o i Ranieri, allenatori esperti e navigati, ma consapevolmente invischiati nel buco nero che Moratti non ha saputo, o voluto, evitare già da giugno, quando era stato chiamato a rinforzare una squadra, già inferiore e sminuita ancor più da acquisti fragili (vedi Alvarez), finte conferme (Milito, Zarate e cosi vià ) e infortuni preziosi (Maicon, Sneijder), che condannano l’Inter a soli +4 dalla zona rossa, che, sicuramente non presidierà , senza ottenere “in cambio”, vertici di classifica irraggiungibili. L’ambiente, come per Roma, non è più caldo, accogliente e in particolar modo tranquillo. E due esempi “casuali” sono la doppia ammonizione del simbolo del gruppo, Zanetti, e lo scivolone di Pazzini a pochi istanti dal termine. Colpe paradossali e lontane sia dai due calciatori neroazzurri, che dai due che han guidato l’Inter, con pessimi risultati, sino al 5 dicembre. Colpe, invece, da assegnare ad un certo Moratti, che dovrebbe capire che nel calcio non si vive di rendita, ma di continuità . Una continuità che ad Appiano è sempre mancata. E a proposito di questo termine, complimenti a Cagliari, Palermo e, nonostante la sconfitta di ieri, Catania. Tre realtà che ogni anno stupiscono sempre più e che regalano un calcio veramente bello da vedere e che mantiene quell’equilibrio inizialmente citato. Perchè quest’anno è vietato sbagliare anche dalle nostre parti…