2013
Juventus, Conte: “Affrontiamo il Real Catania e io non vado via”
Archiviata la qualificazione ai quarti di finale di Champions League ai danni del Celtic, la Juventus si rituffa nel campionato. Domani i bianconeri ospiteranno il Catania di Maran, la vera sorpresa del campionato. Intanto il Milan sta rimontando: “Il campionato è sempre molto aperto. Il fatto che ci sia la nostra partecipazione e speriamo anche del Milan ai quarti di finale di Champions League può invogliare ancora di più chi insegue. Parecchi, sotto sotto, covano desiderio di ‘remuntada’ in serie A. Allegri non è d’accordo con Galliani e dice che abbiamo vinto lo scudetto solo al 99% e quindi capisco che ci sia il desiderio di riprenderci. Ora i rossoneri sono a -8 ma noi dobbiamo ancora giocare. Poi c’è lo scontro diretto.: è ancora tutto aperto”.
Platini ha detto che questa Juve sarebbe piaciuta all’avvocato
“Lo spero. Noi cerchiamo di lavorare cercare di offrire un buonissimo prodotto. Siamo all’inizio del percorso ma stiamo lavorando duramente. Le parole di elogio ci aiutano a fare ancora meglio e cercheremo di raggiungere l’eccellenza anche in Europa il più in fretta possibile”.
La qualificazione ai quarti di Champions porta energie positive oltre che dispendio?
“Lo scorso anno quando tutti dicevano che noi eravamo favoriti perchè non giocavamo le coppe ho sempre ribadito che avrei preferito essere stanco per la Champions. Quet’anno siamo in Europa e ce la vogliamo giocare fino in fondo. E’ vero che giocare le coppe toglie energie preziose, ma aumenta l’autostima, la fiducia, la consapevolezza e quindi porta in dote energie positive. Ovvio che stiamo cercando di gestire tutte le situazioni con un pizzico di turnover e allenamenti mirati”.
In queste tre partite prima della sosta nazionali potete allungare?
“Cominciamo a pensare alla gara di domani perché affrontiamo il Real Catania. Dobbiamo affrontare la sfida con il piglio giusto perchè affrontiamo la squadra rivelazione del campionato. Mi auguro di essere spinti dal nostro pubblico e che lo stadio sia bello pieno per celebrare il passaggio ai quarti di Champions e spero anche una gran partita e una bella vittoria da parte nostra. Da qui alla fine del campionato sono tutte finali: lasciare punti per strada può essere letale in questo periodo. Lasciare giocatori alle nazionali? E’ un piacere perchè vuol dire che stiamo facendo bene”.
La percentuale che lei se ne vada da Torino a fine stagione?
“Nessuna possibilità che io lasci la Juve a fine stagione. Fa molto piacere sentire che grandi squadre europee ti apprezzano ma gli elogi e gli apprezzamenti stanno arrivando anche per i giocatori e per la Juventus in generale. Questo significa che stiamo lavorando molto bene e ci deve inorgoglire ancora di più. C’è grande sintonia tra me, il presidente, Marotta e Paratici. C’è grandissimo feeling con tutti. Fino a che ci sarà questa armonia non ci sarà nessun problema”.
Le piace che i suoi attaccanti la mettano n difficoltà e che stiano dimostrando di essere all’altezza?
“I miei attaccanti stanno tutti bene e sono contento di avere giocatori che cercano sempre di mettermi in difficoltà. Li scelgo in base alle situazioni tattiche che andremo a trovare la partita successiva. Io non ragiono da tifoso e quindi non guardo soltanto il gol. Io ragiono da tecnico e guardo soprattutto la prestazione e il modo di giocare di ognuno dei miei ragazzi”.
Si sentirebbe pronto per una grande d’Europa o prima pensa che il suo percorso debba concludersi qui alla Juve o comuqnue in Italia?
“Io sono già in una grande società. Qualsiasi squadra di un campionato straniero, come per esempio il Bayern Monaco, ha lo stesso appeal in Germania che in Italia. Viceversa la Juve. Questo mi rende orgoglioso e felice. Abbiamo iniziato un percorso da pochissimo tempo che sta procedendo per gradi sapendo pure delle grandi difficoltà economiche del nostro Paese”.
Anelka come sta?
“Con me nessuno è destinato a restare fuori dal gruppo a meno che non ci sia la voglia di restare fuori e non è il caso di Nicolas che s’è subito messo a disposizione ed è entrato molto bene nel gruppo e nelle dinamiche tattiche. Fa parte degli attaccanti che da qui alla fine della stagione, tra campionato e Champions, darà il suo contributo. Peccato che il problema alla schiena abbia bloccato la sua crescita fisica”
Non è frustrante sapere di essere in un Paese in cui non sai se ci sono risorse economiche per andare avanti? Non farebbe comodo anche a lei avere un presidente sceicco che le permetta di allenare Cristiano Ronaldo?
“Ognuno di noi ha un percorso da fare e io spero che il mio sia di crescita per migliorare. Qui ho iniziato lo scorso anno grazie al presidente che ha scommesso su un allenatore che aveva conquistato due promozioni in A. Lo ringrazio e gliene sarà sempre grato per l’oppportunità che mi ha dato. Dobbiamo tenere tutti quanti i piedi ben piantati per terra: sento parlare di Champions da vincere e di scudetto da stravincere. Mi guardo indietro e mi chiedo: ‘Ma quanto tempo è passato rispetto ai due settimi posti?’. Non avendo risorse economiche grandissime la nostra crescita sarà ancora più lenta, inutile parlare già di cose inarrivabili. In Europa c’è un gap, a livello economico, insormontabile. Poi c’è il campo che dà i suoi verdetti. Ma sento dire troppe idiozie. Noi stiamo facendo cose straordinarie. Se avessimo a disposizione 120 o 150 milioni di euro allora mi prenderei la responsabilità di dire ‘Vinciamo la Champions’. Ma se riusciremo a riconfermarci quest’anno in Italia avremo già fatto una cosa straordinaria perché non abbiamo speso vagonate di milioni. Mi auguro solamente che l’entusiasmo dello scorso anno da parte dei tifosi non scemi nel giro di pochissimo tempo. La gente non deve dimenticarsi il lavoro straordinario che stiamo facendo. Se invece tutto diventa routine allora è un problema molto serio. Promettere vuol dire illudere e io non me la sento. Posso promettere lavoro e sacrificio per dare il meglio e arrivare più in alto possibile. Spero che l’entusiasmo dei tifosi rimanga enorme perché ci spinge a fare sempre meglio e a superare i nostri limiti. Se non fosse più così cambierebbero molte cose”.