2012

Juventus, Caceres: “Volevo questo club. Cavani e Forlan…”

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Martin Caceres, difensore della Juventus, arrivato dal Siviglia a gennaio in prestito oneroso con diritto di riscatto, sta vivendo un momento da favola nella sua seconda parentesi in bianconero e sta dando il massimo per ottenere una conferma in estate. Il calciatore uruguagio ha parlato ai microfoni del “Corriere della Sera” per parlare di questo suo momento d’oro: “La Juve era quella che volevo. Ma allora era tutta un’altra situazione e non è stata un’annata fortunata. Ma io volevo restare. L’affare, però, non si è concluso. Io, da piccolo, non dicevo che volevo fare il calciatore, anzi alla classica domanda ”cosa farai da grande?”, non rispondevo proprio. Volevano che studiassi, ma non mi hanno mai contrastato. Hanno accettato il mio destino di calciatore quando sono arrivato in prima squadra. Sognavo una grande squadra. L’Europa è completamente diversa dal Sudamerica, in meglio. Sempre giocato dietro, in tutte le posizioni del campo, però. Rispetto ai miei connazionali non cerco la gamba, ma la palla. Ci metto grinta e forza, ma cerco sempre di giocare. Forse sono un po’ piccolo come difensore, all’Inter ha fatto gol di testa perchè ho saltato da solo. Speravo di giocare, ma non così tanto e così bene. Ho trovato una Juve nuova, competitiva, che ha fame di vincere. E io, che ho tanto da imparare, voglio farlo qui. Conte è una grande persona. Lo conosco poco, ma ho capito subito che è un ottimo allenatore e sta facendo bene. La voce la perde in campo, negli allenamenti mai, a Vinovo è più tranquillo. Ci fa lavorare tanto, ma in Italia è così, si lavora troppo”.

In merito alla super-sfida contro il Napoli: Cavani? Spero di giocare. Edinson lo conosco da tanti anni, da quando siamo arrivati insieme in nazionale. Fermarlo è difficile perchè, anche se non segna, ti ammattisce con le corse”. Per quanto riguarda un altro suo connazionale, meno fortunato rispetto ad “El Matador”: Forlan? à? finito nel bel mezzo di una stagione difficile per l’Inter. La crisi ha toccato tutti. E poi il calcio spagnolo è diverso da quello italiano”.

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