2014
Juventus, Buffon: «Siamo lalibi dei perdenti»
Il portiere bianconero difende la squadra dagli attacchi e rilancia.
JUVENTUS BUFFON – Intervenuto ai microfoni di “Jtv” per la trasmissione “Filo Diretto”, Gianluigi Buffon ha toccato alcuni temi cari ai tifosi della Juventus: «Il fatto che ancora oggi siano in molti a insinuare il dubbio sulle nostre vittorie è un qualcosa che sotto certi aspetti mi fa piacere, perché significa che la Juve ha ricominciato a vincere e continua a spaventare gli avversari. Come ho già detto, quello è l’alibi di chi non vince, la migliore giustificazione da dare ai propri tifosi. La Juve ha un po’ il ruolo del maggiordomo nei gialli. Di chi è la colpa? Sempre sua. E tutto questo, adesso che ho quasi 36 anni, non mi tocca, anzi mi rende orgoglioso», ha dichiarato il portiere bianconero.
AMBIZIONE E EREDI – Non si sente mai arrivato Buffon: «Sono contento di quello che sto facendo e di quello che ho fatto, però non sono per nulla appagato. E questo mio non appagamento mi spinge a migliorare. Ho sempre voglia di una sfida nuova. Alla fine non è che ho un certificato di unicità, nel momento in cui sono nato non me l’hanno dato… Per cui sicuramente ci sarà un nuovo Buffon, e magari sarà anche meglio di Buffon. Probabilmente è già nato e si sta allenando. Ha deciso o sta decidendo se fare il portiere. Giovani di prospettiva anche in chiave Juve ci sono: mi riferisco a Leali (dello Spezia), che è nostro, per cui è già in casa. Poi ritengo molto forti anche Perin (Genoa) e Bardi (Livorno, ma di proprietà Inter). E in Primavera ho visto un paio di ragazzotti che potrebbero diventare i futuri portieri della squadra bianconera».
CAMMINO – Non vuole fermarsi la Juventus: «Avanti così, a tavoletta. Sto molto bene fisicamente e moralmente, le vittorie aiutano. Da una decina di giornate abbiamo intrapreso un percorso molto importante. La scorsa stagione, a cavallo tra Natale e il nuovo anno, avevamo una decina di punti vantaggio sulla seconda, in tutto gennaio facemmo 4-5 punti e il Napoli praticamente ci raggiunse. Forti di quell’esperienza, teniamo ben saldo il piede affondato sulla tavoletta. Sicuramente una squadra che ci ha messo in grande difficoltà è stata l’Udinese, in casa. Ci ha messo in difficoltà perché tatticamente ha un grande allenatore, che non sbaglia mai le partite, l’approccio alla gara. E non lo fa sbagliare alla squadra. Poi devo dire che anche la Roma per 50-60 minuti ha destato una bella impressione. La Fiorentina è l’unica che ci ha battuto, per cui grandi meriti ai viola, però ci abbiamo messo del nostro. Il Napoli, al di là che abbia perso in maniera netta, è una squadra che ha un’identità di gioco europea», ha aggiunto il capitano bianconero.
CAPITANO – A proposito della fascia, Buffon ha spiegato: «Sinceramente non ci avrei mai creduto, della Juve poi… E’ un orgoglio. Essere punto di riferimento per la gente e per i compagni è un qualcosa di così grande che alcune volte non ci voglio neanche pensare, per evitare di intimorirmi. Inoltre, è una soddisfazione per me riuscire ad abbinare delle buone prestazioni alle vittorie di squadra, perché tutto questo aiuta ad esaltare anche il singolo giocatore. Per quel che riguarda le critiche iniziali, penso siano state eccessive, ma è anche vero che quando hai tanta esperienza, come è il mio caso, queste critiche fungono proprio da stimolo, è un qualcosa che ti fa tornare vivo, ti fa rimettere in discussione tutto. E questa è l’essenza del nostro lavoro, è l’essenza dell’essere uno sportivo di alto livello».
SOSTEGNO – In merito al supporto della tifoseria bianconera, Buffon ha dichiarato: «Mi hanno sostenuto anche dopo l’errore che commisi due anni fa contro il Lecce. Un ricordo che sinceramente mi ha emozionato tanto. Venivamo da 4-5 anni di non vittorie e di risultati deludenti. Riavvolgo il nastro: è una delle ultime partite di un campionato perfetto, che avevo fatto senza macchie, e contro i pugliesi, ecco l’errore, a due-tre minuti dalla fine, che ci poteva costare caro. E’ stato impagabile, un secondo dopo che la palla era entrata in porta, sentire i cori, l’affetto e il sostegno della gente. Sostegno e affetto che ho ritrovato poi immediatamente tre giorni dopo quando abbiamo vinto lo scudetto a Trieste, con la curva che per l’intero riscaldamento ha inneggiato il mio nome, cercando di sostenermi. Per me è stato veramente importante perché era un momento delicato per la squadra, per la storia della Juve, ma anche per me».
FUTURO – E, infine, uno sguardo in avanti: «Europa League? Quando partecipo a una competizione ho sempre in mente di vincerla. L’ex Coppa Uefa ci darebbe una grande convinzione e uno spessore internazionale. La finale sarà allo Stadium e se dovesse succedere qualcosa di importante allora vorrà dire che era destino. Mondiali nel 2022 d’inverno? Non mi piace per niente, è un’ipotesi poco romantica. Il Mondiale ha bisogno di luce, colore, tifo ed entusiasmo. E’ bello restare aggrappati a certe tradizioni».