2011
Juventus, Buffon: “Molti mi davano per finito, invece…”
Gigi Buffon si racconta ai microfoni della Gazzetta dello Sport.
Il numero 1 dela Juventus e della Nazionale, partendo dal racconto di un 2011 strano per i colori bianconeri, parla anche della sua rinascita sportiva: “C’è stata un’evidente inversione di trend da luglio in poi, ma esaltarsi ora sarebbe da stupidi – ha dichiarato Buffon – . Non siamo nemmeno a metà strada e il percorso fin qui è stato faticoso, sotto tutti i punti di vista, anche psicologicamente. Mesi di cambiamenti radicali, tante novità , affrontate bene. Ma non basta: serve continuità per dare un senso a tutti gli sforzi. Basta un niente per ritrovarsi col sedere per terra. E io non voglio più rivivere i primi sei mesi di questo 2011. Un periodo francamente spettrale. Gigi Delneri è stato solo sfortunato. Anzi, sfortunatissimo. Questo deve essere chiaro a tutti. Lui è un grande allenatore, una persona per bene, un uomoleale, che ricorderò sempre con grande affetto. Con una Juventus parecchio meno forte di questa, fino a dicembre 2010 era in lotta per lo scudetto. Poi, a gennaio è successo di tutto. Infortuni a raffica, squalifiche pesanti, si è giocato spesso coi Primavera. Mai vista una roba del genere. Il mio rientro? Per qualcuno di voi ero finito… Io sono così, mi conoscete, non riesco a fingere. In quei sei-sette mesi difficili ho sentito cose che mi hanno ferito. A parte rarissimi casi, ho subito gravi mancanze di rispetto da parte di gente che non ha avuto il minimo riguardo della storia, della mia carriera. Mi hanno di fatto dato per finito, senza considerare cosa avevo subito, senza concedermi fiducia e il giusto tempo per recuperare. Assurdo, certi valori non possono mancare, a prescindere se uno mi vuole bene oppure male. La storia non deve e non può essere cancellata, mai. A certa gente dico che fra 50 anni, nonostante il brutto periodo che ho appena passato, probabilmente si parlerà ancora di Buffon. E questo vuol dire che qualcosa ho fatto. Sono solo dei pezzenti quelli che non hanno avuto riguardo per la mia storia…Punto a meritarmi sul campo la Juve a vita. Questo è il mio obiettivo: restare, da vero Buffon però. Sono qui da più di dieci anni, ci resterò almeno fino a 34-35 anni, sono orgoglioso di quello che ho fatto. In certi club non si resiste senza valori importanti. La corsa allo scudetto? Piedi per terra, ripeto. Il Milan resta la favorita numero uno per me. Pensiamo innanzitutto a tornare in Champions League, questa è la priorità . Di certo, dopo due settimi posti consecutivi, nessuno avrebbe mai pensato di raggiungere questa posizione in classifica a fine dicembre. Il nuovo stadio? Il giorno dell’inaugurazione sono riemersi pensieri che non mi toccavano da parecchio tempo. Ho risentito tutto l’orgoglio di far parte di un club con una storia unica, da far tremare le gambe. Quella sera mi ha caricato a mille, è stata fondamentale a livello di motivazioni, è come se fossi tornato indietro nel tempo.“