2017

Juventus, continua il trend virtuoso: la situazione

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Uno studio di Kpmg evidenzia la sostenibilità delle scelte bianconere: la Juventus è uno dei pochi esempi virtuosi nel calcio europeo

Se l’élite dei fatturati è ancora lontana, quella della sostenibilità è stata già raggiunta. Pochi club, in Europa, possono vantare lo stesso trend virtuoso della Juventus che tra il 2011-­12 e il 2015­-16 ha visto crescere i ricavi operativi (+75%) molto di più degli stipendi (+48%), secondo uno studio di Kpmg Football Benchmark. La società di analisi si è interrogata su una domanda di stretta attualità: è sostenibile il calcio europeo in questi tempi di spese pazze? Per farlo ha messo a confronto l’andamento dei fatturati al netto delle plusvalenze e quello delle spese per il personale. Il trasferimento-record di Neymar, passato dal Barcellona al Psg per 222 milioni, ha fatto suonare il campanello d’allarme, con il presidente dell’Uefa Ceferin a vagheggiare l’introduzione di misure drastiche come il salary cap, la luxury tax, limiti alle spese sul mercato, in nome del «competitive balance», che è diventato il mantra delle istituzioni calcistiche: rendere le competizioni più equilibrate, ridurre la forbice tra grandi e piccole.

FATTORE COMUNE – Kpmg ha analizzato sia le leghe sia i singoli club di vertice e il responso complessivo è stato lo stesso: ad alti livelli il sistema tiene, è sostenibile. Occhio, però, che lo studio si chiude giocoforza con la stagione 2015­-16, l’ultima per la quale sono disponibili tutti i bilanci: l’inflazione degli ultimi tempi, compresi i movimenti della più recente sessione di mercato, va monitorata attentamente. Ma, al momento, l’industria del calcio europeo top tiene botta. Si è già dimostrata anti-ciclica in tempi di recessione e la crescita continua tuttora. Certo, ci sono casi e casi. Preoccupa, per esempio, il trend della Serie A rispetto ai campionati concorrenti: nel quinquennio preso in esame il fatturato italiano è aumentato del 17%, poco di più degli stipendi (16%) e soprattutto è aumentato molto di meno di Premier (76%), Bundesliga (45%), Liga (36%) e anche Ligue 1 (29%) che si sono potute permettere incrementi di spesa maggiori, rispettivamente del 56%, del 41%, del 31% e del 19%. «È un ammonimento – spiegano gli analisti di Kpmg – in vista delle prossime negoziazioni dei diritti tv».

VIRTUOSI E NON – Come ha riportato “La Gazzetta dello Sport”, Kpmg ha poi fatto la radiografia ai primi 11 club per valore aziendale: per 7 i ricavi si sono incrementati più degli stipendi. La Premier, grazie al boom dei contratti televisivi, la fa da padrone. Stupefacente la performance del Manchester City: +92% dei ricavi e solo +11% degli ingaggi. Particolarmente virtuosi anche il Manchester United (+82% e +68%) e il Tottenham (+64% e +26%). In termini assoluti è il Psg la società che è cresciuta di più (+134% il fatturato e +129% le spese per il personale) ma il bilancio parigino, come si sa, è «drogato» dal mega-contratto di sponsorizzazione con i cugini qatarioti. In questo contesto brilla la Juventus, che ha fatto dell’autosufficienza la sua mission. I trend peggiori li fanno registrare le big spagnole. Il fatturato del Barcellona è aumentato del 28% contro il +59% degli stipendi, quello del Real del 21% contro il +31% degli ingaggi. Kpmg fa notare come in fondo a questa graduatoria ci siano le 4 vincitrici (pure Bayern e Chelsea) delle cinque edizioni di Champions tra il 2012 e il 2016. Forse non un caso: i trionfi hanno anche il loro prezzo da pagare, tra bonus e rinnovi contrattuali.

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