2017

Juventus, 2017 anno di Pjaca

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L’avevate dimenticato eh? Il crac croato può prendersi la ribalta: il 2017 è l’anno di Marko Pjaca?

Boom: 23 milioni di euro per strapparlo alla Dinamo Zagabria, club che lo ha lanciato nel calcio dei grandi, ma ancor più all’agguerrita concorrenza internazionale che lo aveva ammirato ad Euro 2016. Marko Pjaca e la Juventus, un matrimonio che s’aveva da fare: il blitz bianconero fu decisivo per mettere la freccia su Milan, Napoli e club esteri, assicurandosi così il futuro di uno dei talenti europei maggiormente in vista.

INIZIO DA INCUBO – Terzo acquisto in ordine di spesa (dopo le clausole rescissorie versate nelle casse di Napoli e Roma per prelevare rispettivamente Gonzalo Higuain e Miralem Pjanic) per una Juventus costruita con il chiaro intento di affermarsi sul terreno internazionale: segnale inequivocabile della piena fiducia riversata su questo intrigante classe ’95 croato. Qualche sprazzo di talento puro nelle prime comparsate regalategli da mister Allegri, poi l’infortunio al perone rimediato in nazionale ed il lungo stop che ne ha compromesso la classica traiettoria di crescita innescata dal lavoro del tecnico toscano. Che, come svolto ad esempio con Morata prima e Dybala poi, non fa sconti alle giovani promesse: ambientamento graduale, chiunque tu sia e qualsiasi sia la tua tecnica di base, per poi emergere strada facendo e spiegare le vele.

IL MOMENTO DI PJACA – Spiegare le vele quando l’attenzione dei riflettori che inevitabilmente accompagna esborsi milionari per calciatori così giovani cala e si può lavorare con maggiore equilibrio: l’anno di Pjaca deve essere il 2017. Con il metodo Allegri, lo abbiamo asserito, non ci saranno particolari sconti: il periodo di rodaggio non va inteso come concluso, ma al contrario appena iniziato. E’ un inserimento che mira a fornire al nuovo calciatore tutti gli strumenti necessari per non recitare la parte dell’improvvisato, del fenomeno allo sbaraglio, ma invece quella di un interprete chiamato sì a fornire un quid aggiuntivo ma all’interno di una dinamica di squadra ben definita. La traiettoria auspicata dal mondo bianconero è proprio quella ammirata nei capitoli Morata e Dybala: da Pjaca ci si aspetta possa fare la differenza.

COSA DOVRA’ DARE IN CAMPO – Marko Pjaca, i più lo hanno visto ad Euro 2016 con la sua Croazia, è un esterno offensivo di grande rapidità e struttura fisica: salta l’uomo con agevolezza, tiene botta sui contrasti, il resto lo fanno i suoi enormi fondamentali tecnici. Gol ed assist in cascina se messo nelle condizioni di offendere. In questa Juventus può essere in primis la pedina per passare al 4-3-3: con Dybala decentrato dalla sua originaria posizione centrale ed Higuain a fungere da riferimento, può comporre un tridente di impressionante bagaglio qualitativo e ritmico, adatto soprattutto in Champions League, lì dove è premiata un’impostazione più coraggiosa ed ambiziosa. La ricerca dell’equilibrio passerebbe proprio dalla volontà di sacrificio dell’argentino e dello slavo. Meno a suo agio in moduli più statici quale 4-3-1-2 e 3-5-2, dove però può essere inteso come arma letale a gara in corso: nel 4-3-1-2 come trequartista o seconda punta, nel 3-5-2 limitato al solo ruolo del secondo attaccante. Ad ogni modo avercene di alternative di tale spessore: Marko Pjaca è l’inesplorato di casa Juve. Se sarà l’uomo in grado di far saltare il banco lo diranno i fatti.

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