2017

Juve, Schick e il mistero delle visite mediche: 8 ore e un giallo che fa paura

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Calciomercato Juve: il mister Schick si infittisce, ma c’è il particolare della prima parte delle visite mediche che desta qualche preoccupazione. Quelle 8 ore potrebbero aver compromesso l’approdo a Torino dalla Sampdoria

Otto ore per effettuare soltanto una parte delle visite mediche. E’ da ricercare in quel caldissimo 22 giugno torinese il motivo per il quale la trattativa che avrebbe dovuto portare il gioiello della Sampdoria Patrik Schick alla Juve sta per saltare definitivamente. Il problema potrebbe essere molto serio, visto che i sospetti sono proprio alimentati dal giorno in cui Schick, direttamente dal ritiro della nazionale Under 21 della Repubblica Ceca, aveva fatto irruzione a Torino per fare i primi controlli da giocatore bianconero. Controlli che, però, furono eterni e durarono la bellezza di otto ore: fatto insolito, soprattutto per un ragazzo che non è reduce da gravi infortuni.

Visite mediche troppo lunghe: cosa c’è sotto?

Il giorno delle visite mediche di Schick fu un mistero continuo. Il gioiellino ceco fu addirittura trattenuto dalla Juve al J Medical e finì per pranzare all’interno della struttura, senza nemmeno poter fare un giro a Torino con il suo agente. Un fatto strano, corredato anche dalla durata dei test fisici, decisamente più lunghi del solito. E pensare che quelle otto ore, stando a quanto fatto trapelare in quei giorni, rappresentavano solamente la prima parte dei controlli da effettuare, visto che la seconda tranche doveva essere effettuata in questi giorni. Giorni nei quali Schick a Torino non si è visto, con la Juve starebbe facendo degli approfondimenti molto dettagliati sulle condizioni di salute del ragazzo.

Lo scenario è inquietante, perché potrebbe addirittura far presagire dei problemi cardiaci. Il condizionale è d’obbligo, ma i sospetti sono tanti, visto che con la Sampdoria era davvero tutto fatto: 31 milioni di euro ai blucerchiati per uno dei talenti più cristallini del calcio mondiale. E ora, tutto d’un tratto, rischia di andare tutto all’aria. Come quel passaggio mai avvenuto dal Parma al Milan di Biabiany e come quella toccata e fuga di Kanu all’Inter. Ancor prima di vestire la maglia nerazzurra (il nigeriano arrivava dall’Ajax) la visita medica di routine gli diagnosticò una disfunzione cardiaca congenita. Ora si spera che, per Schick, non si debba assistere allo stesso film. Per il bene di un patrimonio del calcio mondiale di cui la Juve non vuole fare a meno.

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