Editoriale

Juve come prima meno di prima: Allegri salvi il soldato Vlahovic

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Dopo il vittorioso esordio contro il Sassuolo, la Juve ritorna quella del recente passato e delude tremendamente al Ferraris

Juve a scartamento ridotto, anzi ridottissimo. Il secondo lunedì consecutivo di agosto di nuovo con la Vecchia Signora protagonista notturna. Ma rispetto all’ampio successo ai danni del Sassuolo (nel risultato più che nella prestazione) al Ferraris i passi indietro sono stati notevoli.

Soprattutto in termini di tempo, perché la prova dei bianconeri ha riportato la mente alle numerose serate scialbe e noiose dello scorso campionato. Costruzione di gioco pressoché inesistente, atteggiamento remissivo e le (pochissime) occasioni create frutto di azioni estemporanee, il più delle volte di qualche singolo.

Per carità, le assenze pesanti sono il consueto alibi che Max Allegri può smazzare sul tavolo ma non può bastare la rinuncia forzata a Di Maria per depauperare di estro e qualità la manovra. Questa Juve non ha un’identità e soprattutto sembra ancora ben lontana dall’averla.

E in questo contesto desolante, il caso Vlahovic è ai limiti del deprimente. Ingiustificabile il dato statistico del primo tempo: 3 palloni toccati in quarantacinque minuti, meno della metà dei due portieri (per dire…). Ci sarebbe di che imbarazzarsi.

Le risposte, prima o poi, dovrà necessariamente fornirle il tecnico livornese: coinvolgere e valorizzare uno tra i più forti attaccanti in circolazione sarà un obbligo doveroso. Altrimenti, il forte sospetto è che possa essere un’altra stagione osservando le rivali alzare trofei.

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