Editoriale
Juve, abbiamo (più di) un problema. Ma questo Napoli è roba seria
Il Napoli stende la Juve e la caccia a otto lunghezze di distanza: i bianconeri continuano a farsi male da soli, gli azzurri possono sognare
Che non sia più la Juve di un tempo è abbastanza pacifico, ma questo inizio di Serie A probabilmente nemmeno il più funesto dei tifosi l’avrebbe ipotizzato. Un punto in sole tre partite e già otto lunghezze dalla vetta della classifica. E con l’aggiunta della beffa al danno, considerata la quasi contemporanea doppietta di Cristiano Ronaldo nel suo secondo esordio con il Manchester United.
Nulla di drammatico, per carità, se è vero che proprio con Max Allegri la Vecchia Signora nel campionato 2015/16 seppe intraprendere la sua scalata Scudetto solamente a novembre, dopo una decina di giornate a singhiozzo e un ritardo che sfiorava la doppia cifra.
Così, però, il tecnico livornese sa che non si può continuare. Perdere al Maradona ci può stare, a maggior ragione con una formazione ampiamente rimaneggiata, ma è il modo in cui è maturata la sconfitta a dover far riflettere.
Ancora una volta la Juventus ha peccato di autolesionismo, come già visto pesantemente a Udine e in parte contro l’Empoli. Sul banco degli imputati, manco a dirlo, soprattutto Szczesny. Gravissimo l’errore in presa sul tiro a giro di Insigne, grave l’indecisione nell’area piccola che in qualche modo ha influito anche sulla frittata impiattata da Kean. Quando un portiere non trasmette sicurezza sono dolori.
Svarioni a parte, i bianconeri sono stati però meritatamente superati da un Napoli di fatto sempre padrone del gioco e ormai candidato senza se e senza ma alla quota Scudetto. Spalletti attende il miglior Osimhen, ma nel frattempo può godersi un Koulibaly tirato a lucido e la scoperta Anguissa, dominatore del centrocampo al cospetto di un reparto bianconero che ha avuto nel solo Locatelli un puntello di qualità.