2012

Juve, Drogba è una dichiarazione d?intenti: l?ivoriano per il colpo grosso

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La Juventus di Antonio Conte è oramai una squadra matura, determinata, convinta e cosciente dei propri mezzi: prima in campionato con quattro punti di distacco sull’inseguitrice Inter, agli ottavi della Champions League dopo aver vinto uno dei due gironi di ferro che la competizione europea annoverava e soprattutto aver invertito una tendenza europea poco favorevole che aveva acceso le speranze dei suoi detrattori.

PUNTI DI FORZA – Sopra ogni aspetto il meticoloso lavoro di Antonio Conte. Partiamo dalla retroguardia: superfluo dibattere su Gianluigi Buffon, presi singolarmente Bonucci, Barzagli e Chiellini sono difensori per cui nessuno avrebbe fatto follie. Il tecnico pugliese ha trasformato questo terzetto nella migliore difesa del campionato, reparto che ha chiuso le porte nelle ultime tre gare del girone eliminatorio di Champions rappresentando uno dei cardini dell’affermazione europea. Sul centrocampo mai sorti dubbi: Pirlo, Marchisio e Vidal compongono uno dei reparti più validi nel panorama mondiale sotto ogni profilo. Qualità, corsa, fisicità, dinamismo, inserimenti e gol cocktail devastante nello scacchiere di Conte, che non se la passa male sugli esterni: fiducia ad un dirompente Asamoah sul versante sinistro, sulla sponda opposta si alternano con efficacia Lichtsteiner ed Isla in piena fase di recupero, all’occorrenza c’è anche Caceres. Insomma una squadra solida e con valori oramai cristallizzati.

IL DISCUSSO ATTACCO – Onestamente chi scrive non se la sente di indicare il secondo migliore attacco della Serie A come un eventuale punto di debolezza: è vero, buona parte dei gol arrivano dai centrocampisti, ma gli attaccanti a disposizione di Conte non stanno sfigurando. Vucinic è la solita garanzia di talento ed imprevedibilità, Giovinco e Quagliarella sono rispettivamente ad otto e nove reti stagionali: per il primo la questione più volte sollevata è la non decisività delle sue reti, per il secondo più di un dubbio in termini di continuità di rendimento. Faticano Matri ed il neoarrivo Bendtner, ma nel complesso l’attacco della Juventus non sta demeritando. Certo, alcune partite hanno dimostrato con evidenza un deficit di personalità: manca un centravanti navigato la cui sola presenza basta ad incutere timore nelle difese avversarie.

LA SCELTA DELLA SOCIETA’ – Fallito l’assalto estivo al tanto agognato e conclamato top player, garanzia assoluta però il paracadute dell’ottimo funzionamento generale della squadra. Meccanismi ben oleati, rischioso aggiungere troppo se quel troppo poi costa anche un occhio della testa. Discorso applicabile a tutti i giocatori di livello – Cavani, Van Persie, Jovetic, Balotelli, Higuain, Llorente – trattati o immaginati dalla Juventus in estate. L’eccezione è una ed ha un nome pesante: Didier Drogba. Già pentito della scelta cinese – troppo poco lo Shangai Shenhua per un uragano del genere – l’ivoriano è l’assoluto protagonista dell’ultima Champions League e, all’età di 34 anni, risulta ancora uno degli attaccanti più validi dell’ultimo ventennio calcistico e si libererebbe a parametro zero. Forza fisica straripante, calciatore totale, personalità dirompente. Personalità, dicevamo poc’anzi. C’è un ingaggio importante da pagare, certo, e non parliamo più di un giovanotto: è sempre consigliabile pensare al futuro, anticipare i tempi, ma il presente della Juventus può essere radioso e con un Drogba in più. Per una volta meglio pensare al presente.

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