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Juve, senti Di Canio: «Serve un vice Vlahovic: io farei un tentativo per lui!»

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Le parole di Paolo Di Canio sulla Juve in vista della sfida contro la Lazio e anche su cosa serve ai bianconeri in attacco e sul mercato

Intervistato da TuttosportPaolo Di Canio ha parlato così in vista della sfida tra Juventus e Lazio e di cosa serve in attacco (e sul mercato) ai bianconeri. Le sue dichiarazioni.

SENSAZIONI SULLA JUVE – «Stiamo già vedendo la compattezza, l’attitudine e la mentalità giuste. È una squadra che non prende goal e che difficilmente dà la possibilità all’avversario di farle male. Invece, sotto il profilo offensivo ammetto che mi sarei aspettato di più: certo, non un gioco alla Guardiola, perché Thiago Motta è bravo, però, l’abbiamo detto tutti, non è che il Bologna rubasse l’occhio, comunque occupava spesso la metà campo avversaria con tutti gli elementi»

AMBIZIONI – «Allora, la Juve è la Juve: come dice sempre Alex Del Piero, anche se sei arrivato decimo l’anno prima, la Juve parte che deve giocarsela sempre. Poi lo scudetto non credo che sia un obbligo, l’obbligo semmai è arrivare nelle prime quattro e prendersi un posto in Champions, questo sì. La squadra deve fare qual salto di mentalità che, dopo una grande prestazione come quella di Lipsia, ti permetta di avere la stessa intensità, la stessa mentalità anche tre giorni dopo in campionato contro una “piccola”: con il Cagliari non è successo, questa Juve ci dovrà arrivare. Se ci vai “snob” rischi di non vincere e così è successo»

DOUGLAS LUIZ – «Douglas è un giocatore di cui parlo spesso, non solo con i tifosi della Juve. Io mi ero espresso: avevo detto che la Juve ha preso un top player. E ne sono ancora convinto: semplicemente, quello che ho visto qui è un lontano parente, è irriconoscibile. Al di là della valutazione da 50 milioni, che per me è pure giusta per il livello del calciatore, è davvero un’altra persona rispetto a quella che ho visto tante volte nell’Aston Villa. Non do colpe né al giocatore né all’allenatore, non so come sia la situazione, ma potrebbe esserci magari un problema psicologico […]. Non ho dubbi sulla serietà del giocatore, all’Aston Villa era un idolo e gli volevano bene: può essere che qualche panchina lo abbia intristito. Normale che ora Thiago gli preferisca Locatelli che è più applicato, più attento, più rapido di testa e di piede»

YILDIZ COME VICE VLAHOVIC? – «Yildiz non va trasformato: puoi farlo per una partita, due, ma non per quattro o cinque mesi. La forza di Yildiz è partire da dietro, nello spazio, nell’uno contro uno: quando è più accentrato rende di più perché punta la porta, ma non è un centravanti. Come non lo è Weah e non lo sarebbe Nico Gonzalez. Se Vlahovic deve rifiatare o ha un problema fisico, Motta che fa? È una situazione in cui la Juve non avrebbe dovuto trovarsi, anche per poter disporre di un’alternativa in grado di proporre un piano tecnico-tattico differente in base all’avversario»

A GENNAIO – «Mi farei prestare Zirkzee dal Manchester United. Tanto lì stanno facendo da qualche anno scelte folli e non funziona niente, nemmeno Zirkzee. Per la Premier è un po’ troppo lento, poi magari mi smentirà a suon di goal e grandi prestazioni, però lì ti aggrediscono subito e fischiano il 30% di falli in meno, in Italia abbiamo visto invece che impatto ha avuto il giocatore proprio nel Bologna. Alla fine, nella confusione che c’è allo United, potrebbero anche darlo in prestito: hanno già Hojlund, poi c’è Rashford che sta giocando in quella posizione. Sarebbe il profilo perfetto, anche perché consentirebbe a Motta di avere un attaccante con caratteristiche differenti da Vlahovic. Ma la trattativa la comincerei adesso: un prestito con magari la possibilità di riscattarlo: Zirkzee non è un realizzatore devastante, non è uno da 25 goal, ma fa giocare bene gli altri»

JUVE-LAZIO – «Vediamo come rientrano i giocatori dalle Nazionali. La Lazio ha preso elementi non con grande fantasia ma con corsa, dinamica, di gamba: passaggio e corsa verticali, gioco pulito, esterni alti ed esterni bassi, con Castellanos che si è liberato dall’ombra di Immobile e con Dia che porta verticalità. Tutti lottano, sono reattivi, tanti calciatori in passato hanno lottato per la salvezza: questa Lazio sembra una squadra di soldati. Anche i veterani della squadra si sono caricati dopo i primi risultati e gli avversari stanno cadendo tutti nella trappola. Tutti dicono “si può battere”, si espongono, si scoprono e rischiano di prendere goal, come è successo all’Empoli. Tante cadono nella ragnatela: se anche la Juve dovesse impostare la gara così, rischierebbe grosso. Ma dubito che Thiago Motta si scopra: semmai è la Juve che riparte, con armi simili. Però la Lazio è molto pericolosa soprattutto in questo momento: vediamo quanto durerà, sono giocatori che puntano tutto sulla resistenza e quindi nel lungo periodo è da vedere. Ma è una bella realtà»

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