Hanno Detto
Juve, Cannavaro: «Non giocare le Coppe aiuta: bravi a credere nei giovani»
Le parole di Fabio Cannavaro, ex difensore della Juve e del Napoli, in vista dello scontro tra i partenopei e i bianconeri
Fabio Cannavaro ha parlato a La Stampa in vista della sfida dell’Allianz Stadium di venerdì sera tra la Juve e il Napoli. Di seguito le sue parole sui bianconeri.
PRIMA DA EX PER GIUNTOLI – «Sentirà un po’ di sfottò (ride, ndr). Scherzi a parte: la rivalità c’è sempre stata ed è giusto così, ma l’importante è che tutto resti confinato nella civiltà e nel confronto sul campo».
JUVE PER LO SCUDETTO – «Sono stati bravi a credere nei giovani e penso che potrà giocarsela fino in fondo: l’Inter è la squadra più attrezzata e l’hadimostrato anche domenica a Napoli, ma la Juve è quella che sta facendo meglio restando aggrappata alla vetta e non mollando mai».
SE CI SONO PUNTI IN COMUNE CON LE JUVE DEL PASSATO – «No. Penso soprattutto alla Juve di Lippi: quella aveva dei fenomeni e non a caso hanno vinto la Champions».
PUNTO DI FORZA – «Non fare le coppe. Sembra un paradosso, perché giocare in Europa ti fa crescere, però preparare le partite una a settimana è un grande vantaggio».
PUNTO DEBOLE – «Il ritmo. Quando sono alti, la Juve fatica molto. Questo, però, mi sembra l’unico modo per riuscire a tirare fuori i bianconerie riuscire a colpirli».
POSSESSO E DIFESA – «Allegri ha scelto questa strategia e i risultati lo premiano: evidentemente si sentono più comodi nel giocare sotto la linea della palla. Così gli spazi da coprire sono inferiori e con un valido sistema di protezione non entra nessuno in area».
SE SI SAREBBE DIVERTITO IN QUESTA JUVE – «Credo di sì: più ci provano ad assalirti e più ti carichi e ti esalti. Però mi piaceva anche quando avevi tanto spazio da coprire, come nella Juve di Capello o nell’Italia di Lippi. L’importante è fermare gli attaccanti».
RITORNO AD UN CALCIO ITALIANO PIU’ DIFENSIVO – «Ma è sempre stato così: qualcuno
si fa ingannare dalle sirene, però i successi si ottengono grazie alle difese solide. Anche il Manchester City di Guardiola, che può contare sui migliori attaccanti al mondo».
COME É CAMBIATO IL RUOLO RISPETTO AI SUOI TEMPI – «Prima i risultati li ottenevi con i bravi difensori, mentre oggi un’ottima fase difensiva la fai con l’organizzazione del gioco che deve coinvolgere attaccanti, centrocampisti e difensori. Anche se ogni tanto ci sono delle
mode che mi fanno sorridere: ora c’è questo concetto della riaggressione istantanea e sembra
una novità, ma c’è sempre stata! Quindi non si inventa nulla, ma bisogna solo avere le idee giuste da applicare e farlo bene».