2013

Juve campione, il pagellone dei bianconeri

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Secondo anno della gestione Conte e secondo scudetto consecutivo, ripercorriamo la stagione della Juventus analizzando i rendimenti dei singoli giocatori nell’arco dell’intera stagione.

Buffon 7 – Solita garanzia per la retroguardia bianconera. Reattivo ed affidabile, episodi singoli come nella sfida interna contro la Sampdoria non macchiano il complesso di un campionato. Non altrettanto brillante nel confronto europeo con il Bayern Monaco.

Barzagli 8 – Diga difensiva, giocatore che – da quando tornato in Italia con la maglia bianconera – non ha praticamente sbagliato una gara. Architrave dell’impianto difensivo di Conte.

Bonucci 7.5 – Mezzo voto in più rispetto al reale rendimento perché si è spesso sostituito a Pirlo nell’impostare le prime battute della manovra quando il regista è stato ingabbiato dalle marcature avversarie.

Chiellini 7.5 – Qualche infortunio di troppo ne ha minato la continuità, ma l’apporto atletico ed agonistico non è comunemente rintracciabile. Leader.

Caceres 6 – Impiegato solo a tratti, ha raramente mostrato tutte le sue qualità dal ritorno in bianconero ad oggi.

Peluso 6 – Dopo qualche balbettamento iniziale dovuto al passaggio in una grande piazza, ha retto l’impatto e si è fatto trovare pronto quando chiamato in causa.

Lichtsteiner 8 – Miglior esterno del torneo, lucido difensivamente e costante in fase attiva del gioco: i quattro gol impreziosiscono una stagione già eccellente di per sé.

De Ceglie 6 – Apporto alla causa appena sufficiente.

Pirlo 8 – Il faro della squadra. La guida nei momenti delicati, il porto sicuro al quale aggrapparsi. Genio e lucidità, certezza oltre ogni ragionevole dubbio. Uno spettacolo.

Marchisio 8 – Il centrocampo è il punto di forza dello strapotere bianconero e il buon Claudio, seppur responsabilizzato con maggiori compiti difensivi, non si è fatto desiderare in zona gol con ben sei reti all’attivo. Tuttofare dal rendimento garantito.

Vidal 9 – Il migliore per distacco. E’ la pedina che assicura il ritmo alla squadra, l’uomo perfetto per un calcio che va nella direzione di intensità e dinamismo. Dieci gol e cinque assist, campione totale e grande operazione di mercato della dirigenza bianconera. Un limite? Troppi cartellini gialli (11), ma per un calciatore con le sue caratteristiche è un dato inevitabile. Migliorabile, quello sì.

Asamoah 6.5 – Devastante in avvio, deciso il suo calo al ritorno dalla Coppa d’Africa: la prossima stagione sarà, in un senso o nell’altro, quella della verità per il centrocampista ghanese, apprezzabile perché duttile nei vari ruoli della mediana.

Isla 5.5 – Notevolmente condizionato dall’infortunio che si porta dietro dalla scorsa stagione, non ha giustificato il pesante investimento sul suo cartellino. Ha a disposizione la prossima stagione per riscattarsi in pieno.

Pogba 8 – Con El Shaarawy la rivelazione del campionato: vent’anni appena compiuti, impressionante per personalità, doti fisiche, talento e qualità nelle giocate. Decisivo nei colpi dalla lunga distanza, blitz strepitoso della società che lo ha prelevato a parametro zero dal Manchester United. Il futuro è suo.

Padoin 6 – Apprezzato da Conte che lo ritiene calciatore e uomo affidabile.

Giaccherini 6 – Svolge il ruolo di gregario senza pretendere altro.

Vucinic 6.5 – Nonostante le 68 reti – attualmente terzo attacco del torneo – la prolificità della Juve sembra più dovuta all’abilità di Conte nel mandare praticamente tutti in rete che alle effettive qualità degli attaccanti. Anche per il montenegrino stagione tra alti e bassi, è il migliore di un reparto piuttosto carente in termini di qualità.

Giovinco 5.5 – Stecca al ritorno in bianconero. Era la sua grande occasione, non ha mai inciso in maniera decisiva difettando non poco in termini di personalità. Avrà un’ulteriore chance per prendersi la Juve? Forse sì, ma non da attore principale come in questa stagione. Probabilmente da comprimario.

Quagliarella 5.5 – Un gol in più e minutaggio ridotto rispetto al collega di reparto, non si guadagna la sufficienza piena però all’incirca per le stesse ragioni dell’ex attaccante del Parma: apporto basso in relazione alle aspettative. In odor di cessione.

Matri 6 – Umile, silenzioso ma alla lunga più affidabile rispetto a Giovinco e Quagliarella: nella girandola di tentativi effettuati da Conte nella ricerca del partner ideale di Vucinic si è rivelato il meno peggio. Limiti tecnici evidenti che però obbligano la società a cercare il tanto agognato top player che consenta il salto di qualità anche sul palcoscenico internazionale.

Storari, Rubinho, Marrone, Pepe, Bendtner, Anelka s.v.

Conte 9 – Partiamo dai primi due mesi di forzata tribuna: tutti attendevano al varco la sua Juve, con i fucili puntati sul probabile contraccolpo psicologico dovuto alla sua assenza in panchina. Nulla di tutto ciò. Nel corso della stagione poi ha migliorato la sua Juventus, più cinica rispetto ad un anno fa, con più cognizione di causa e meno sulle ali dell’entusiasmo. Vincere è difficile, confermarsi un’impresa: Antonio Conte ha centrato due titoli consecutivi dal suo approdo in bianconero ed è già uno dei tecnici accreditati a livello mondiale. Assenza di avversari reali? Scusa che non regge, a maggior ragione di fronte ad un Napoli da 80 punti. Il prossimo step: l’affermazione europea, che passa dalla crescita di ritmo ed intensità di gioco allo scatto di personalità richiesto ad una grande squadra per diventare grandissima.

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