Juve Bologna, Ulivieri: «Il calcio di Motta richiede un po' di tempo, ma l'idea si vede; Italiano deve puntare a quell'obiettivo»
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Juve Bologna, Ulivieri: «Il calcio di Motta richiede un po’ di tempo, ma l’idea si vede; Italiano deve puntare a quell’obiettivo»

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Renzo Ulivieri

Juve Bologna, le parole di Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori, sui due tecnici Thiago Motta e Vincenzo Italiano

Sabato pomeriggio all’Allianz Stadium scendono in campo Juve e Bologna, che sarà la sfida tra Thiago Motta e Italiano: per l’occasione Tuttosport ha parlato con Renzo Ulivieri, presidente Assoallenatori e docente del corso a Coverciano, dove ha avuto come allievi entrambi i tecnici. Di seguito le sue parole.

CHE STUDENTI ERANO MOTTA E ITALIANO – «Erano due che andavano oltre le lezioni, con loro c’era discussione. Erano tutti e due molto convinti del loro sapere. Sapere che hanno messo a frutto nelle loro esperienze, perché tutti e due hanno fatto esperienze di campo, e sapere che tutti e due sono bravi a trasmettere ai giocatori».

A CHE PUNTO É LA JUVE DI THIAGO – «Quello di Motta è un calcio che richiede un pochino di tempo, poi adesso ha problemi di organico a causa degli infortuni: ha subito qualcosa di pesante in difesa e ora anche in attacco. Però l’idea si vede. L’intenzione di lavorare sugli spazi, sulla loro occupazione e sui movimenti per liberarli. È un calcio particolare, che si è visto a Bologna specialmente nel secondo anno. Gli servono un po’ di tempo e l’organico al completo. Però ci sono momenti in cui la squadra gioca e diverte, non buttando mai via la palla. Questo a volte può diventare una tassa da pagare, ma credo che alla fine la resa di questa concezione sia superiore alla rimessa».

SE SI É STUPITO DALLE PAROLE DI VLAHOVIC – «Sì, mi ha stupito. Ricordo Vlahovic che fece benissimo con la Fiorentina, proprio con Italiano, giocando da solo con due ali e non con un’altra punta vicino. Magari si riferiva specificamente alla Nazionale serba».

A CHE PUNTO É ITALIANO – «Il Bologna è cambiato abbastanza rispetto all’anno scorso, ma perché sono cambiati anche gli uomini: basti pensare a Zirkzee e Calafiori. Così, anche seguendo il pensiero di Italiano, i rossoblù che l’anno scorso arrivavano al cross pochissimo, adesso sono tra le formazioni che crossano di più, come lo era la Fiorentina della passata stagione».

IL BOLOGNA PUO’ PUNTARE DI NUOVO ALL’EUROPA – «Sì, credo che il Bologna debba provare ad andare in Europa e debba provarci con convinzione».

LA JUVE PUO’ PUNTARE ALLO SCUDETTO – «È una corsa aperta a tante squadre, anche se ora Napoli e Atalanta sembrano viaggiare un po’ più veloci delle altre. Mi aspettavo che partissero così, perché Conte è Conte e l’Atalanta è l’Atalanta. E mi sembra che il pensiero di Gasperini e di tutto l’ambiente quest’anno sia rivolto con maggiore convinzione verso lo Scudetto. Penso che siano le favorite assieme all’Inter, ma è una lotta aperta, in cui gli impegni europei ogni tanto possono frenare qualcuno, a parte il Napoli che non li ha, e in cui la Juventus si può sicuramente inserire. Ma anche la Lazio, nel giro di tre o quattro punti cambia poco».

BARONI E PALLADINO – «Baroni è una conferma. Aveva fatto qualcosa di entusiasmante lo scorso anno a Verona: a gennaio la squadra giocava ed era salva, gli hanno venduto tutti affidandogli praticamente una formazione nuova, ma dopo una settimana sembrava avessero sempre giocato insieme. Un miracolo, che miracolo però non è considerando il suo valore. Palladino ha fatto anche lui il corso con me, due anni fa. È un ragazzo e un allenatore brillante e lo ha dimostrato a Firenze: era partito in un modo, secondo le sue convinzioni, poi ha cambiato per adattarsi ai giocatori e li ha svoltato come gioco e come risultati».

JUVE BOLOGNA, CHE PARTITA SI ASPETTA – «Con tutti gli aspetti che ci sono dentro, sarà una partita sul piano tattico affascinante per chi studia calcio. Solitamente queste squadre si adattano un po’ agli avversari, che studiano, ma senza perdere nulla del proprio gioco. Per cui c’è da pensare a una partita movimentata: probabilmente la Juve farà più possesso palla, anche da dietro, e il Bologna cercherà un po’ di più la verticalità, senza tuttavia rinunciare al possesso. È una partita che guarderò perché voglio studiare gli allenatori. E che farò vedere e studiare anche agli allievi dei corsi attuali, tra i quali c’è anche il tecnico del Como, Fabregas. Il nostro programma riguarda molto la preparazione della gara e soprattutto la gestione della gara e analizzare quello che fanno gli allenatori in partita è uno dei principali modi in cui portiamo avanti questo lavoro».

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