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Da 3 anni la Juve di Allegri scopre di non essere da scudetto con le piccole

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Si può dire con un margine di sicurezza altamente probabile che anche il terzo anno del secondo Allegri si chiuderà senza scudetto

Si può dire con un margine di sicurezza altamente probabile che anche il terzo anno del secondo Allegri si chiuderà senza scudetto. Arrivati al dunque, la Juventus si è persa e non è un modo di dire. Perché c’è una costante in questa sua nuova esperienza: prima o dopo, emergono i limiti della squadra e lui non riesce a correggerli in tempo per evitare che la situazione precipiti.

Ora, fatta la doverosa premessa che se il torneo finisse oggi non si potrebbe che fare una valutazione positiva del lavoro svolto e che ben pochi non avrebbero firmato un secondo posto, c’è una considerazione da fare che vale per tutto il triennio: la Juve si butta via con le piccole e questo è un elemento che deve far riflettere. Vero, i campionati sono corse a tappe e non è un singolo passaggio a vuoto che fa deragliare i percorsi. Ma l’unione di sconfitte evitabili con il timing in cui avvengono è davvero significativa.

Nel 2021-22, Allegri si ripresenta al suo pubblico e perde con l’Empoli 1-0. Una gara molto simile a quella vissuta ieri sera all’Allianz Stadium, con un episodio negativo che complica i piani, in quel caso rappresentato dalla rete di Mancuso giusto 4 minuti prima di quella siglata da Giannetti. Poi, una partita condotta per intero nella totale confusione. Battezzata da quel labiale carpito all’allenatore, che a Giorgio Chiellini confessa che quella sta vedendo «non è una squadra». In qualche maniera, una pietra tombale sulle aspirazioni dell’intera annata, una dichiarazione clamorosa di impossibilità a competere ad alti livelli.

Lo scorso anno ha avuto come ipoteca tutto ciò che è successo fuori dal campo. Ma la Juve è uscita dalla lotta scudetto prima che il balletto delle sentenze decidesse che non era anno. Succede anche in questo caso a Monza, una partita shock con l’espulsione di Di Maria. Idealmente, il rosso a Milik, il pari con l’Empoli e lo 0-1 con l’Udinese si ricollegano a un già vissuto precedente. Con una differenza sostanziale: lo shock è arrivato molto dopo. Ma la brutalità della situazione non è facile da assorbire. A meno che Allegri riesca in quei filotti di vittorie di misura in cui è specialista, quanto scoprire di non essere all’altezza proprio misurandosi con le piccole.

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