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Juric Torino: «Se non andiamo in Europa vado via!»

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Le parole di Ivan Juric, tecnico del Torino, in una conferenza straordinaria: «Non volevo offendere qualcuno o la storia del Toro, o i tifosi»

Ivan Juric ha parlato in una conferenza stampa straordinaria, organizzata dopo il pareggio del Torino contro la Salernitana, ma anche per rispondere delle “accuse” lanciate dal tecnico granata contro l’ambiente Toro prima della partita. Di seguito le sue parole.

CONFERENZA STAMPA – «Volevo parlare e capirci meglio. Le mie parole e le mie idee erano altamente propositive per ottenere un obiettivo favoloso, non c’era volontà di creare delusioni. Volevo riprendere le parole di Peyote, è tutto lì. Il discorso è: siamo vicini a un obiettivo importante, dobbiamo stare tutti insieme per ottenere qualcosa di fantastico».

SCUSE – «Un po’ ci conosciamo, ho letto cose di strumentalizzazione. Per me è, tutto il contrario. in questi due anni e mezzo abbiamo fatto cose favolose considerando come siamo partiti. abbiamo lavorato come cani per arrivare nella parte sinistra della classifica. Ora poteva andare tutto male, ma con lo spirito Toro dei miei ragazzi siamo una squadra credibile e non prende gol da tantissime partite e batte alcune big come Napoli e Atalanta. Io sono venuto al Toro perché qui c’è una storia, non è uno spirito qualcosa: questa è una ragione per la quale sono qua. Mi ha dato fastidio che la partita di Genova per me era stata fantastica, ma qui non era recepita così. La mia scusa è questa: se qualcuno si è offeso, non era mia intenzione. Non volevo offendere qualcuno o la storia del Torino, o i tifosi, mai mi è passato per la testa. Sono qui per ottenere un grande obiettivo. Abbiamo fatto tante cose, ora dobbiamo fare di più: non ci dormo la notte. Io forse faccio male a dire sempre la verità, forse dovrei essere più paraculo. Le parole di ieri erano di unione per ottenere un obiettivo fantastico e tutti ce lo meritiamo».

PROSPETTIVE – «Se non vado in Europa, cosa ci faccio qui? Prendo altri soldi? Se vado in Europa, mi parlo e ragioniamo. Altrimenti, vuol dire che la parte sinistra è un grande risultato perché davanti abbiamo grandi squadre, ma cosa ci faccio qui senza Europa? Prendo i soldi e poi magari mi mandano a casa…Ma non è quello che voglio. Non dobbiamo vivacchiare. Il mio pensiero è questo: con i dirigenti e il presidente va bene, il Filadelfia è bellissimo abbiamo messo tutto. Abbiamo fatto un lavoro straordinario. Se vado in Europa, sto al Toro. Altrimenti, me ne vado via».

SCHIETTEZZA – «Io non do risposte classiche. Ieri abbiamo fatto una brutta prestazione, ma nessuno ha mollato nemmeno ieri. I giocatori sono miei, hanno spirito Toro. Avete avuto in passato allenatori che diceva Anche mia moglie ha detto che sono un cretino…Ieri sono stato stupido, non volevo entrare in questo. Se ho offeso qualcuno o non si è sentito, umilmente chiedo scusa. Io sono molto spirito Toro, la squadra è spirito Toro. I primi due mesi non eravamo spirito Toro, mi sono vergognato. E anche ieri, giocando male, siamo stati spirito Toro».

VOLONTA’ DI RIMANERE – «Io con onestà e schiettezza direi anche che me ne vado. Si può dire di tutto, non che io non abbia avuto rispetto per società o per il lavoro. Ho detto a tutti di non parlare di rinnovo. Dentro di me, continuo a dirmi ‘che ci faccio qui?’. E’ dura competere con chi sta davanti. Qui non posso essere uno che prende solo i soldi: se non ottengo ciò che tutti sono prefissati…Vogliamo alzare l’asticella per aumentare i valori, lavoriamo per questo. L’anno scorso si poteva vivacchiare, ora no. Se noi otteniamo questo obiettivo, ci sediamo e ne parliamo; se non lo ottengo, la mia presenza qui non ha senso e serve un altro con lo spirito per portare il Toro in Europa».

BASI PER MIGLIORARE – «Sicuramente…Noi dobbiamo finire l’anno, ora c’è un capitale che abbiamo creato valorizzando i giocatori. E’ una situazione diversa da due anni e mezzo fa. Qui c’è una base, anche il settore giovanile va a mille. Seguiamo anche ogni cosa della Primavera, vogliamo ricreare nuovi Buongiorno. E prima non c’era. Io arrivo alle 8 e vado a casa alle 20, lavoro come un cane. Parliamo di tutti i dati dei ragazzi della Primavera, spendiamo tempo per il bene del Torino. Qua c’è una base, con o senza Ivan (Juric, ndr)»

LA SQUADRA NE ERA A CONOSCENZA – «No, non lo sanno. La mia idea è da tempo che è questa. Il rapporto con la squadra è fantastico. Loro vogliono crescere e lavorano come cani, abbiamo rapporti belli e giusti. Vedo una grande crescita: chi stava per retrocedere ci sta dando tanti. E anche i giovani vogliono migliorarsi, hanno lo spirito Toro e glielo abbiamo inculcato a tutti. E’ una bellezza allenarli».

SE É UN RISCHIO ASPETTARE FINO ALLA SCADENZA PER IL RINNOVO – «Non si poteva fare di più in questo mercato. C’è una grande base di giocatore, c’è una mentalità giusta. Quando sono venuto qua, mi avevano contattato a fine campionato e ci siamo visti dopo. Si vedrà in questi mesi come vanno le cose, non credo ci sia un problema per chi deve pianificare».

PORTE APERTE AL FILADELFIA – «Non ci abbiamo pensato, sono schietto. Noi prepariamo i piazzati e gli altri lo sanno, ma come è possibile? Anche con le vele che sono state installate, si vede…L’anno scorso abbiamo aperto molto, ma quando lavoriamo di tattica credo sia normale non far vedere perché sono fanatico dei dettagli. In questi mesi, nessuno mi ha chiesto di aprire. Oggi mi avrebbe fatto meno piacere dopo la Salernitana, ma mi sarebbe piaciuto tipo dopo l’Atalanta».

APRIRE IL FILA PUO’ PORTARE PUNTI – «Secondo me sì. Abbiamo rifatto tante cose, come la cucina. E abbiamo costruito la zona recupero giocatori, mi sono speso e ho battagliato per queste migliorie. Se vogliamo ottenere l’obiettivo, dobbiamo essere tutti in sintonia, compresi i tifosi. Quella roba lì ci porta punti, sicuramente. Ieri è stato fantastico il pubblico, non ho sentito un fischio, ma con l’Udinese. Con l’Udinese sentivamo gli insulti, ieri abbiamo deluso ma ci sono stati sempre vicini. Potevamo fare di più. Io sono per l’unione totale, è fondamentale».

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