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Jules Koundé, il difensore che vale 60 milioni

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Alla scoperta di Jules Koundé, difensore del Barcellona che a 25 anni sta giustificando il grosso investimento fatto per lui

Nell’ultima partita giocata con il suo Barcellona prima della pausa delle nazionali, Jules Koundé ha contribuito ad attenuare la grande paura che si stava profilando nella gara con l’Alaves. Sotto di un gol davanti al proprio pubblico, un suo cross perfettamente calibrato ha portato Robert Lewandowski a una torsione di testa che ha determinato il pareggio, primo mattone per il ribaltone successivo. Intendiamoci, il più lo ha fatto il polacco, ma se lui stesso si è sentito istintivamente portato ad andare a ringraziare immediatamente il suo compagno di squadra significa che gli aveva fornito il pallone esattamente come lo voleva. E non è un dettaglio da poco, in una stagione nella quale ha segnato un gol a Osasuna, eguagliando già quanto fatto dal punto di vista offensivo nello scorsa Liga, conclusasi con l’affermazione catalana.

Prima del Qatar, era stato calcolato che la coppia di difensori a disposizione di Xavi, formata da Koundé e da Araujo era quella che valeva di più, 60 milioni ognuno, precedendo colleghi nel ruolo del calibro di Lisandro Martinez, Saliba e Timber. Tutti nomi lontani dall’Italia, anche se noi dovremmo essere il modello per chi gioca dietro. La quotazione, secondo transfertmarkt, è stabile, il che significa che quantomeno il giocatore sta giustificando i soldi spesi per portarlo in Spagna. E che il Mondiale – nel quale ha giocato la finale e ha dimostrato in tutta la competizione di possedere spinta e coraggio nella conclusioni da fuori – è stato certamente un’altra vetrina importante per mettersi in mostra e dimostrarsi all’altezza delle responsabilità.

Ancorché abbia “solo25 anni, la storia di mercato del parigino vicecampione del mondo è tra le più interessanti e ricca di accadimenti dell’ultimo periodo. Parte dal Bordeaux, nel quale cresce e fa il suo debutto in Ligue 1. A lui si interessa il Torino, che in Francia aveva già pescato con Djidji e Meité: i granata rimangono colpiti dalle doti fisiche ed atletiche del ragazzo, che lo rendono un giocatore dominante.

Ad assicurarselo è il Siviglia con un versamento non banale di 25 milioni di euro. Lui è più che convinto del cambio di Paese e si presenta con idee precise: «Sono felice, penso che aver firmato per questa squadra sia il modo migliore per crescere. Affronterò questa sfida con sicurezza e senza pressioni, anche se so che qui in Spagna il gioco è più veloce ed il livello tecnico più alto. Spero di poter raggiungere gli stessi successi di Lenglet con questa maglia».

Al Siviglia trascorre tre anni di buonissimo livello.

Attorno a lui si scatena un interesse notevole, fino a quando il ds Monchi chiarisce il futuro del calciatore: «Se qualcuno paga la clausola può andar via, come tutti gli altri. Per tutta l’estate ci sono stati movimenti intorno a Jules, a parte alcuni interessamenti da diversi club, tanti dei quali rifiutati dallo stesso giocatore. La prima e unica offerta che abbiamo ricevuto per lui è stata quella del Chelsea ed è arrivata mercoledì scorso intorno alle 17, con una cifra che però non ci rendeva soddisfatti e condizionata alla vendita di un altro calciatore. Non ci piaceva la proposta: non erano il momento, le condizioni e le cifre giusti. Intanto abbiamo parlato con Jules e il suo agente e di comune accordo abbiamo deciso di non portarlo a Elche. Koundé è un professionista, non un supereroe e ha diritto ad avere dubbi, non è la prima volta che un calciatore non viene in trasferta. Lo scorso anno abbiamo avuto un’offerta importante dal Manchester City, quest’anno dal Chelsea. Ognuno difende i suoi interessi e noi l’abbiamo fatto. Abbiamo ascoltato l’offerta, nonostante sia arrivata il 25 agosto. L’abbiamo fatto perché rispettiamo il Chelsea e il giocatore».

Caduta la pista inglese, arriva l’offerta irrinunciabile del Barcellona. I milioni sul piatto sono 50 e rappresentano una bella plusvalenza per la società cedente. Il contratto di 5 anni è una garanzia per il giocatore. La clausola rescissoria di un miliardo di euro induce a pensare che l’investimento dell’acquirente sia una scelta fortissima e non certo un capriccio estivo. In un’intervista a El Pais, Jules traccia il suo identikit: «Quella del difensore centrale è la mia posizione preferita e quella in cui mi piace giocare. Xavi lo sa. Ma non rifiuterò mai di giocare, anche se ho sempre fatto il centrale e ritengo che sia la posizione in cui ho molte più certezze». Un ruolo che peraltro, come abbiamo visto, non gli impedisce certo di andare sulla fascia a mettere palloni invitanti per i suoi compagni d’attacco.

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