2014
Jugoslavia unita, nazionale da urlo: ecco titolari e riserve
Serbia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Slovenia e Macedonia come un tempo: una Jugoslavia da sballo
JUGOSLAVIA SERBIA CROAZIA BOSNIA MONTENEGRO SLOVENIA MACEDONIA – La più bella delle incompiute: questo fu la fortissima nazionale di calcio della Jugoslavia ai tempi della seppur tormentata unità nazionale. Dal 1920 al 1992, prima rappresentativa del Regno di Jugoslavia e poi della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia: le semifinali nelle edizioni dei Mondiali ’30 (Uruguay) e ’62 (Cile), le finali entrambe perse agli Europei del ’60 (in Francia contro la Russia) e del ’68 (in Italia proprio in favore della nazionale italiana). Poi le sanguinose guerre d’indipendenza ed il definitivo scioglimento del 1992 fino al quadro attuale: la grande Jugoslavia divisa in sei nazionali, le tre principali di Serbia – unica riconosciuta dalla Fifa come erede della nazionale slava – Croazia e Bosnia Erzegovina, oltre a Montenegro, Slovenia e Macedonia. Com’erano e come sono: vi siete mai chiesti dove sarebbero potute arrivare oggi se presentate in un’unica veste? Tradotto: come sarebbe composta nel 2014 la Jugoslavia calcistica? A noi sembra uno squadrone, date uno sguardo.
PORTIERE – Ecco la prima sorpresa: l’estremo difensore arriva da una delle sei nazionali almeno sulla carta di portata inferiore. Ma è una cara conoscenza di noi italiani: la preferenza va a Samir Handanovic della Slovenia, attuale saracinesca dell’Inter ed ex Udinese. Supera l’affidabilissimo Asmir Begovic, stimato in Premier League in forza allo Stoke City ed in luce nello scenario di Brasile 2014 a protezione della sua Bosnia, impegnata per la prima volta nella sua storia in un campionato mondiale: terzo portiere il titolare della Croazia (e del Monaco) Danijel Subasic. Pensate che roba.
DIFESA – Linea a quattro dalla tenuta garantita e di conclamata esperienza internazionale: esterno basso a destra il super Branislav Ivanovic, stella del Chelsea di Mourinho, capitano e cardine delle ambizioni di rivalsa di una Serbia che deve cancellare l’onta della mancata qualificazione a Brasile 2014. Batte la concorrenza dell’ottimo Darijo Srna, completissimo laterale di Croazia e Shakhtar Donetsk. Più complessa la scelta inerente al pacchetto centrale: intoccabile Lovren, portento croato appena acquistato dal Liverpool per oltre 25 milioni di euro, al suo fianco premiata la crescita del nostro Savic (Montenegro) che trasferendosi dal Manchester City alla Fiorentina ha saputo ritagliarsi lo spazio giusto per assicurarsi una crescita costante. Percorso inverso per Nastasic (Serbia) che al contrario si è un po’ perso nel top-club inglese: due discrete stagioni costellate però da discontinuità ed infortuni, ora sembra finito ai margini della rosa di Pellegrini. Poco male: classe ’93, avrà tempo e modo per rilanciarsi alla grande e coerentemente alle promesse del suo enorme talento. Quarta riserva l’ottimo Corluka, croato e centrale del Lokomotiv Mosca ex Manchester City e Tottenham. La corsia sinistra è – o meglio sarebbe – ancora territorio di Aleksandar Kolarov: vecchia conoscenza del campionato italiano ai tempi della Lazio, sul suo collo il fiato della grande promessa bosniaca Sead Kolasinac, oggi alle prese con la rottura del legamento crociato ma punto di forza dello Schalke 04.
CENTROCAMPO – Da sballo. Un rombo il cui vertice basso è rappresentato da Nemanja Matic, serbo e schermo protettivo della difesa del Chelsea di Josè Mourinho, le mezzali sono entrambe croate e rispondono ai nomi della star blanca Luka Modric e del fantastico talento nerazzurro Mateo Kovacic, dietro le punte può agire Miralem Pjanic sempre più calciatore totale e vero fulcro delle ritrovate ambizioni giallorosse. Si è scelto l’impianto tattico di un 4-3-1-2 ma non mancano alternative di primissimo rilievo internazionale: ad esempio optando per il 4-3-3 ecco come tornerebbero eccellenti i profili dei serbi Dusan Tadic – che sta letteralmente brillando nello strepitoso Southampton di inizio stagione – e Lazar Markovic, classe ’94 e sicuro protagonista del prossimo calcio mondiale. Le due ulteriori alternative – e viene da ridere a chiamarle tali – scelte si chiamano Ivan Rakitic, croato e fresco acquisto del Barcellona, e Senad Lulic, bosniaco ed attore ritrovato nella nuova Lazio di Pioli.
ATTACCO – In una potenziale rosa mondiale allenata dal nostro Mihajlovic di ventitré calciatori abbiamo convocato tre portieri, otto difensori ed altrettanti centrocampisti, mancano quattro attaccanti. Il livello resta elevatissimo: i due titolari sono Edin Dzeko – bosniaco e centravanti del Manchester City campione d’Inghilterra – ed il croato Mario Mandzukic, appena trasferitosi dal Bayern Monaco di Guardiola all’Atletico Madrid del Cholo Simeone. Entrambi di grande stazza fisica, ma compatibili per caratteristiche tecniche: la pensate diversamente? Nessun problema, c’è Stevan Jovetic: secondo calciatore montenegrino della compagine jugoslava con Savic. Da quarto attaccante sale sull’aereo per il prossimo Europeo o Mondiale il classe ’94 Aleksandar Mitrovic: resta a casa uno come Filip Djordjevic, per intenderci. Allora, resta la bella incompiuta? Divise non funzionano: Serbia fuori dai Mondiali così come Montenegro, Slovenia e Macedonia, Croazia e Bosnia non oltre il primo turno. Unite? Una risposta che salvo miracoli non avremo mai.
Jugoslavia (4-3-1-2): Handanovic (SLO); Ivanovic (SRB), Lovren (CRO), Savic (MON), Kolarov (SRB); Modric (CRO), Matic (SRB), Kovacic (CRO); Pjanic (BOS); Dzeko (BOS), Mandzukic (CRO). A disposizione: Begovic (BOS), Subasic (CRO), Nastasic (SRB), Corluka (CRO), Srna (CRO), Kolasinac (BOS), Rakitic (CRO), Tadic (SRB), Lulic (BOS), Markovic (SRB), Jovetic (MON), Mitrovic (SRB). Allenatore: Sinisa Mihajlovic