2018

Joao Mario da idolo a reietto: e se Spalletti riuscisse a rivitalizzarlo?

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Arrivato in pompa magna nell’estate 2016, Joao Mario ha deluso le aspettative: fuori dalla lista Uefa ora Spalletti dovrà provare a rivitalizzarlo

Allo stadio Via del Mare di Lecce, il 4 agosto, c’erano trenta gradi, ma calò il gelo quando Spalletti chiese a Joao Mario di entrare in campo. Frattura scomposta, ormai conclamata, evidenziata dai fischi assordanti dalle tribune ad ogni tocco del portoghese. Senza tregua, non curandosi della bontà o meno della giocata: per Joao Mario piovevano fischi a prescindere, come se al momento il perdono non fosse neanche contemplato nelle menti dei tanti tifosi che dall’ex Sporting Lisbona si sono sentiti allontanati. La causa del rancore covato dai tifosi nerazzurri è da ricercare, molto probabilmente, in una vecchia intervista in cui Joao Mario spiegava con fermezza di non voler più tornare a Milano. Parole che forse hanno marcato un punto di non ritorno, un confine senza una terra di mezzo.

Arrivato per oltre 40 milioni, il portoghese non ha mai dimostrato di valere l’investimento prodotto; l’Inter lo ha prestato in Premier ed è lì che sarebbe rimasto se il West Ham l’avesse riscattato, ma il club inglese se n’è ben guardato: solo una richiesta di prestito, con diritto di riscatto. All’obbligo non hanno neanche pensato. L’Inter ha tentato di accontentare Joao Mario cercando una squadra in Premier, ma tutti i tentativi sono stati vani, compreso quello che Ausilio ha cercato di concludere con il Tottenham, quando ha offerto il centrocampista nell’ambito della trattativa appena tracciata per Dembélé. Perfino il Wolverhampton si è dileguato dopo i primi sondaggi. Il portoghese è diventato un reietto. Nessuno scommette sull’ex numero 10 nerazzurro. Il rischio di perdere è troppo alto e così Joao Mario ha dovuto arrendersi e rimanere, da scontento, all’Inter.

Joao Mario sotto la cura Spalletti: una nuova vita all’Inter?

Nonostante non sia stato inserito nella lista Champions al pari di Dalbert, Berni e Gagliardini, Joao Mario è tutto fuorché fuori dal progetto nerazzurro.  Con la necessità di effettuare un turn over mirato già dalla ripresa del campionato e il numero limitato di centrocampisti a disposizione, non si esclude che Spalletti possa tornare a fare affidamento su di lui, cercando di recuperarlo dal punto di vista psicologico. Nonostante certi atteggiamenti a tratti insofferenti sul rettangolo di gioco, Joao Mario è e rimane un giocatore di grande qualità. Non sarebbe titolare della Nazionale portoghese altrimenti (campione d’Europa in carica). Magari potrebbe essere lui a occupare quella casella al fianco di Marcelo Brozovic che l’Inter, dopo il fallito arrivo di Luka Modric, ha coscientemente lasciato vacante. Siamo nel campo delle ipotesi, però la duttilità del classe 1993 inviterebbe a inquadrarlo anche come centrocampista centrale. In quella posizione dovrebbe preoccuparsi soprattutto di far uscire il pallone velocemente dalla propria trequarti difensiva, costruendo la manovra e dando il la ai giocatori più offensivi.

Quale ruolo nella nuova Inter?

Nella stagione 2016/17, quella dei quattro allenatori, Joao Mario ha giocato ben 12 volte da centrocampista centrale, 11 da trequartista e una volta a testa da seconda punta e da mediano. Dal suo arrivo, però, alla ricerca del trequartista ideale che potesse vestire i panni dell’assaltatore, Spalletti lo ha proposto soprattutto in quel ruolo (7 volte, poi una da centrocampista destro e una da mediano), ottenendo però dei riscontri tendenzialmente negativi. Al punto da proporre in alternativa soprattutto Borja Valero e Brozovic, almeno fino all’arrivo di Rafinha Alcantara, che nella rosa nerazzurra ha rimpiazzato proprio il lusitano, trasferitosi a Londra a gennaio.

E ora? Con l’arrivo di Radja Nainggolan il buco dietro Mauro Icardi è stato riempito, tra l’altro con il calciatore ideale per Spalletti. In alternativa, al posto del belga è stato già testato, con discreto profitto, Lautaro Martinez. Pertanto, la partita dei centrocampisti vede coinvolti tre giocatori per un posto, al fianco dell’intoccabile Brozovic. Al primo giro è toccato a Matias Vecino, ma anche Roberto Gagliardini e Borja Valero sono seri candidati, con lo spagnolo che probabilmente si ritaglierà un ruolo da subentrante per trasmettere calma ai compagni nei momenti più complessi. Qui inizia la partita di Joao Mario. Il portoghese se vorrà trasformare i fischi di Via del Mare in applausi dovrà farsi trovare pronto scalando le gerarchie. A Spalletti il compito di rivitalizzarlo. Auguri.

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