2018
Italia-USA top e flop: Sensi brilla e Politano la risolve, Lasagna spreca troppo
Italia-USA top e flop: Sensi e Barella spadroneggiano in mezzo al campo, Lasagna e Chiesa sparano a salve
L’Italia riesce a vincere all’ultimo minuto (come contro la Polonia) grazie ad un gol di Matteo Politano nel finale. Una buona prova degli azzurri che però non riescono a concretizzare nel migliore dei modi la mole d’occasioni create. Ci sarà tanto da lavorare per Mancini nel 2019…
Italia – I promossi:
SENSI 7: Inserito in cabina di regia da Roberto Mancini, il centrocampista del Sassuolo non delude le aspettative e si cala perfettamente nel ruolo. Ha una padronanza del gioco e della posizione incredibile e nonostante la poca esperienza in azzurro dimostra già un buon affiatamento con i compagni.
BARELLA 6.5: Dopo l’ottima prova contro il Portogallo un’altra prestazione più che sufficiente per Niccolò Barella. Il centrocampista rossoblù è il motore e la mente (insieme a Verratti) del gioco azzurro. Una continua conferma che potrà essere un prezioso tesoro per il futuro dell’Italia.
ACERBI 6.5: Padrone assoluto della difesa, Francesco Acerbi torna a giocare titolare una partita con l’Italia e non sbaglia un colpo. Insieme a Bonucci chiude qualsiasi sortita offensiva degli attaccanti statunitensi e si fa apprezzare anche per qualche grattacapo creato ai difensori avversari in occasione di calci piazzati.
POLITANO 7: All’uomo più in forma del campionato vengono concessi 6 minuti in due partite. Ma gli bastano. Matteo Politano duetta con Gagliardini e batte il portiere statunitense, mettendo fine al digiuno da gol dell’Italia. Mancini, fallo giocare!
Italia – I bocciati:
LASAGNA 5: Se l’Italia non segna non è solo colpa delle punte, ci mancherebbe, ma buona parte della colpa va assegnata a loro. Come per Immobile contro il Portogallo, la prova del centravanti dell’Udinese è decisamente insufficiente con almeno due nitide occasioni da gol sprecate malamente. Chance sciupata da Lasagna.
CHIESA 5.5: Due prove opache per Chiesa. Sia contro il Portogallo che contro gli USA, l’esterno viola non incanta e non crea superiorità numerica sulla fascia come Mancini vorrebbe. Viene sostituito ad inizio secondo tempo dal ct azzurro, a testimonianza del fatto che Chiesa sia incappato in un periodo d’appannamento.