2015

Italia, De Silvestri: «Orgoglioso delle parole di Conte»

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Il difensore sulla Samp: «Aspettiamo nuove notizie»

«Le parole di Antonio Conte mi hanno reso orgoglioso. Mentre facevo riabilitazione, provavo una grande voglia di tornare in campo e in nazionale, domenica, quando ho ricevuto la notizia, ero felicissimo. Lo ringrazio per questa opportunità». Lorenzo De Silvestri, intervenuto in conferenza stampa a Coverciano, commenta i complimenti ricevuti ieri da Conte («Uomo straordinario»). E parla subito di Zenga, esonerato ieri: «Colgo l’occasione per fare un in bocca al lupo al mister, noi ci mettiamo a disposizione della società e attendiamo notizie sull’allenatore nuovo».

LA MIA STORIA – «In alcuni momenti – prosegue il laterale blucerchiato – ho sofferto molto e pianto quando stavo in panchina, ma sono situazioni che aiutano a crescere, come calciatore ma soprattutto come uomo. Una carriera non può mai essere semplice, ci sono alti e bassi, io li ho usati per diventare quello che sono. Se ha sofferto Agassi… Ho un rapporto molto intenso con mio papà, ci ha unito ulteriormente aver letto il libro di Agassi e mi sono ritrovato in molti passaggi. Contro la Fiorentina ho cercato subito di fare un contrasto, per far passare la paura. Ho retto per novanta minuti e i dati erano sorprendenti, per di più contro la prima in classifica».

EURO 2016 – Un solo obiettivo in vista di giugno: «Mi piacerebbe ‘rubare’ ai difensori della Juventus la voglia, la concentrazione e l’impegno che ci mettono in ogni partita. Non è facile dimostrare ogni tre giorni di essere al 100% sul pezzo. In ottica Euro 2016, siamo tanti ma io sono fiducioso. E’ un obiettivo, che va coltivato da subito visto che sono rientrato ora. Cercherà di mettere in difficoltà Conte fino all’ultimo, ma è comunque un privilegio essere qui visto che ho passato dei mesi molto brutti. E’ un orgoglio. Il mio mito? Gianluca Zambrotta».

I COMPAGNI – «Pirlo? Un esempio – spiega De Silvestri – come Buffon, Chiellini e Barzagli. Sono punti di riferimento per noi giovani, hanno sempre una parola positiva per tutti e sono i primi a lavorare sempre. Per cui, per un giovane, è ancora più semplice fare bene, guardando loro».

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