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Italia, Spalletti: «Wembley un sogno, vogliamo qualificarci qui»

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Le parole di Luciano Spalletti, commissario tecnico dell’Italia, prima della sfida degli azzurri contro l’Inghilterra a Wembley

Luciano Spalletti ha parlato ai microfoni di Sky Sport in vista della partita di domani sera dell’Italia contro l’Inghilterra. Di seguito le sue parole.

PRIMA VOLTA A WEMBLEY – «felicissimo, perchè vado a giocar ein uno stadio una partita che tutti quelli che ho intorno mi hanno permesso di essere il ct di una partita in uno stadio che è l’inizio di dove sono partito con i sogni per arrivarci poi da grande»

SFIDA DECISIVA – «Spesso siamo a cercare la definizione del calciatore internazionale. Il calciatore internazionale vede in questa partita qui la possibilità di qualificazione oggettiva. Vuole questa come partita per la qualificazione senza pensare a quelle dopo. Quello che invece arriva in questa partita qui e come si è sentito dire “poi ce la andremo a giocare nelle prossime” non è da calciatore forte ed internazionale. Noi giochiamo contro una squadra di cui conosciamo storia e forza dentro al loro stadio, ma è lì che si trova veramente sfogo a quelli che sono i nostri sogni, non in quelle partite di comfort. Questa è la partita in cui sei felice di superare i limiti che gli altri ti mettono davanti. Questo è avere la personalità dove si va a superare tutto ciò che c’è in mezzo tra te e l’obiettivo e non è un motivo perchè è forte per prendere le scuse e andare a quelle successive. E’ qui se si vede se i ha la personalità di squadra tosta».

DETTAGLI – «Si dicono delle cose e dei particolari come se fossero cose che possono aiutare quello che loro già sanno. Bisogna continuare a pensare che si può sempre crescere e donare: noi dobbiamo crescere, donare e amare, andare a prendere tutti quegli atteggiamenti che rendono felici quelli che ci guardano e soprattutto rendono più forti noi».

UDOGIE – «Udogie ha tutto, è soltanto un calciatore che deve riconoscere delle cose di campo: deve fare esperienza, ma ha scocca e motore che gli avanzano anche per gli altri, in una partita dove il fisico e la forza possono fare la differenza è un calciatore che ci può dare una mano».

RICORDO DELLA FINALE – «E’ stato l’abbraccio di una vittoria importantissima che rimarrà nella storia della nazionale italiana dove noi dobbiamo andare a prenderci delle cose indelebili come l’abbraccio di Vialli e Mancini a fine partita».

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