2017

Spagna-Italia: azzurri spacciati, tanto vale giocarsela

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Il giorno tanto atteso, quello di Spagna-Italia, è finalmente arrivato: fuori la verità, in palio l’accesso al prossimo Mondiale in Russia

Si va a Madrid, nel tempio del Santiago Bernabeu, a contendere la qualificazione diretta per Russia 2018 ad una nazionale pacificamente più talentuosa della nostra: la Spagna di Lopetegui. L’Italia ha battuto la nazionale spagnola nel recente Europeo: era l’Italia di Conte, quella dei miracoli per intenderci, estromessa dalla competizione soltanto dalla lotteria dei rigori, in una rassegna in cui non ha gareggiato ad armi pari. C’era Antonio Conte a fungere da valore aggiunto, da livellatore di altezze non paragonabili, da parafulmine se volete. Oggi il commissario tecnico ha il nome di Giampiero Ventura: l’esperto allenatore azzurro si gioca la partita della vita e pare avere tutta l’intenzione di farlo con coraggio.

Italia Spa… cciata. Tanto vale…

Conoscerete bene la situazione attuale del raggruppamento: Spagna ed Italia appaiate ma con gli iberici avanti grazie al vantaggio acquisito nella differenza reti. In soldoni: dovesse essere questo l’esito finale del girone eliminatorio, sarebbe la Spagna ad accedere alla porta diretta del prossimo Mondiale e non l’Italia, costretta invece a passare dalla lastricata via degli spareggi. Lì dove, rispetto a quanto siamo abituati a pensare, ci si ritroverà di fronte ad una situazione del tutto differente: ossia contro squadre assolutamente determinate ed intenzionate a giocarsela faccia a faccia, la nuova formula – composizione gironi eliminatori e posti a disposizione – prevede che questi spareggi possano accoppiare nazionali di primo rilievo tecnico e caratura storica. Non si scherza dunque, spacciati in questo senso: non vincere oggi in Spagna porta dritto a tale scenario, con tutti i rischi che comporta. Tanto vale presentarsi al Bernabeu con il volto di chi vuole aggredire la situazione in essere: approcciarsi timorosamente alla gara tanto attesa non avrebbe alcuna resa. A maggior ragione che per i nostri avversari sussistono due risultati buoni. Se l’imperativo è quello di vincere – e la situazione è da spacciati di turno – tanto vale giocarsela al pieno delle proprie possibilità. Con coraggio e faccia tosta.

Ventura e l’impianto tattico

L’argomentazione appena proposta non vuole – e ci mancherebbe altro – tramutarsi in consigli per l’uso: Giampiero Ventura, che è tecnico navigato e audace, ben saprà rintracciare la formula tattica che più si addice alla sfida di Madrid. Lascia il tempo che trova onestamente il dibattito tattico emerso in questi giorni: 4-4-2, 4-2-4, 4-3-3 oppure 3-4-1-2. Il numero giusto è sessanta milioni, la popolazione della bella penisola nonché i ct che ad ogni gara dell’Italia si improvvisano tali. A prescindere dalla scelta che Ventura prenderà nelle prossime ore, conterà interpretare il modulo con personalità, con la sfrontatezza di chi vuole centrare il colpo grosso, di chi sa che per tanti versi si è al cospetto di un’ultima spiaggia. La presenza di due attaccanti di ruolo potrebbe impegnare i difensori avversari più sulla tenuta dei nostri riferimenti che sull’impostazione della manovra, compito che faticherebbero a svolgere senz’altro più che se in campo ci fosse un solo centravanti. Il rovescio della medaglia sta nella piena valorizzazione degli esterni: con il 4-4-2, o 4-2-4 che sia, il lavoro di ripiego e copertura a sostegno dell’equilibrio generale risulterebbe essere ben più consistente, con Insigne e Candreva costretti ad un importante supplemento di compiti che potrebbe sottrarre lucidità negli ultimi metri. Se invece schierati con uno solo tra Belotti ed Immobile – ipoteticamente il primo – potrebbero dedicarsi con più libertà alle mansioni offensive. Cercarsi gli spazi di cui necessitano, svariare senza l’ossessione della fase difensiva.

Spagna-Italia, i momenti della gara

Sarà infine altrettanto cruciale saper leggere le fasi della partita: in base agli episodi che si verificheranno, certo, ma sostanzialmente in relazione alle attitudini essenziali delle due compagini. La Spagna per sua natura dominerà il palleggio ed è di fronte a questo assunto che l’Italia di Ventura non dovrà scomporsi, ma al contrario dimostrarsi in grado di tenere botta e sfruttare gli spazi a disposizione. Non vergognarsi insomma del difetto qualitativo che inevitabilmente emergerà in mediana, in termini di gestione dei tempi e dei ritmi. Non ci resta che assistere alle evidenze del Bernabeu, pronti ad accettarne l’esito ma certi di aver dato tutto: se ci sarà da combattere ulteriormente per prendersi il pass per il Mondiale lo si farà, non prima però di essersi giocato ogni carta per evitare la trafila.

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