2013

Italia, Sacchi: «Uruguay? Due fuoriclasse e tanti gregari»

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L’ex ct azzurro ha analizzato una delle prossime avversarie dell’Italia ai Mondiali.

MONDIALI 2014 ITALIA SACCHI – Ottimismo nelle parole di Arrigo Sacchi, che dopo il sorteggio dei gironi per i Mondiali 2014 in Brasile ha commentato l’esito delle urne per l’Italia ed analizzato in particolare l’Uruguay. «Il gruppo non è semplice ma neppure impossibile, la particolarità è che la più titolata è l’Inghilterra ma la più temibile e complicata è appunto l’Uruguay: primo perché si gioca in Sudamerica, secondo perché è un avversario sempre molto ostico, che per ogni partita dà la vita. E’ una squadra con valori tecnici importanti ma soprattutto con uno spirito di squadra formidabile, non a caso li abbiamo sempre sofferti, più dell’Inghilterra, la storia dice questo. E in generale le europee, nei tornei disputati in Sudamerica, hanno sempre avuto problemi con le squadre di oltre oceano», ha dichiarato l’ex ct azzurro sulle colonne de “La Gazzetta dello Sport”.

PUNTI DI FORZA – L’analisi di Sacchi è poi proseguita: «L’Italia poi ha avuto straordinarie motivazioni quando arrivava attraverso critiche e scandali, questo gruppo invece è preceduto dagli elogi, ha dimostrato maturità ed equilibrio, e ha ritrovato il gioco. Tornando all’Uruguay è una squadra che tatticamente non regala nulla, è ostica, anche maligna, una squadra che un boxeur non vorrebbe mai incontrare, anche quando vinci esci fuori con le ossa rotte. Basta ricordare l’esempio del Paraguay, che non ha gli stessi valori ma la stessa intensità agonistica, lo stesso spirito delle piccole nazioni che per sopravvivere hanno dovuto unirsi». 

OTTIMISMO – Cosa deve temere l’Italia? Sicura la risposta di Sacchi: «L’Uruguay ha campioni come Suarez e Cavani, giocatori di altissimo livello, che possono mettere in difficoltà chiunque. Ma temo di più la loro determinazione, la loro voglia di collaborare, di aiutarsi, e poi la loro prestanza fisica, sono tosti. Tabarez? E’ un maestro, ma quello lo abbiamo anche noi, Prandelli. Il loro punto debole? Non sono una squadra tecnicamente e tatticamente omogenea, come ho detto diventa pericolosa in primo luogo attraverso l’agonismo. E al di là dei due fuoriclasse, ha tanti giocatori bravi ma non eccezionali: Forlan, se giocherà, comincia ad avere i suoi anni, in mezzo i «nostri» Perez e Gargano, sono buoni ma non fenomeni, di certo tonici. Con il gruppo unito fanno una buona squadra, è questo che dobbiamo temere». 

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