Europei
Italia, Sacchi: «Bene la qualificazione, ma ora non commettiamo i soliti errori»
Le parole di Arrigo Sacchi, ex ct dell’Italia, dopo la qualificazione degli Azzurri ai prossimi europei in Germania
Arrigo Sacchi, dalle colonne della Gazzetta dello Sport, ha detto la sua opinione sulla qualificazione dell’Italia agli europei. Di seguito le sue parole.
QUALIFICAZIONE – «E’ andata e va bene così. Siamo all’Europeo, il risultato che volevamo. Però adesso non commettiamo gli errori del passato, non pensiamo di essere diventati dei fenomeni perché altrimenti ci ritroviamo a terra».
PRESTAZIONE – «Hanno dato tutto e a me, date le condizioni, questo basta. Aggiungo che, se avessimo perso, cosa che non meritavamo, non si sarebbero potute dare colpe a questo gruppo di giocatori e all’allenatore. Spalletti è arrivato da poco, lasciamolo lavorare. Anche lui deve imparare a conoscere l’ambiente e i calciatori».
DIFESA – «Mi sono piaciuti tutti e quattro. Bene i due terzini. Di Lorenzo sempre attento, Dimarco molto propositivo perché ha svolto il doppio compito di difensore e di centrocampista. La coppia centrale ha funzionato e faccio gli applausi a Bongiorno che, dopo un inizio un po’ complicato, si è ripreso e ha disputato un’ottima partita. Dimenticavo: sicuro anche Donnarumma, che ha compiuto alcuni interventi importanti».
CENTROCAMPO – «Direi che lì in mezzo ce la siamo cavata abbastanza bene. Forse in alcune circostanze siamo stati un po’ confusionari, ma queste sono partite molto difficili, soprattutto alivello mentale, e non sempre si riesce a mantenere la necessaria lucidità. Nel primo abbiamo avuto diverse opportunità per passare invantaggio. La più clamorosa è stata quella di Frattesi, peccato che non abbia fatto il colpo sotto altrimenti sarebbe stato gol».
ATTACCO – «Chiesa è stato molto generoso, avanti e indietro sulla fascia. Raspadori conosce il calcio più di tutti e ogni suo movimento è finalizzato alla giocata di tutta la squadra. Forse Zaniolo ha partecipato poco, ma adesso godiamoci la qualificazione. Ci penserà poi Spalletti a migliorare questi ragazzi».
ADAGIARSI E GAP CON L’ESTERO – «Sarebbe un errore imperdonabile.Questa qualificazione dev’essere un punto di partenza, non di arrivo. Se vogliamo diventare una nazionale leader c’è bisogna di cambiare parecchie cose, e non sto parlando di questioni tattiche. Siamo indietro rispetto a tutte le principali nazionali d’Europa. L’Italia ha un solo centro tecnico federale, la Francia ne ha sedici. Ci batte persino la Svizzera, che ha tre centri».
DA COSA RIPARTIRE – «Dobbiamo avere il coraggio di guardare alle altre realtà e, se possibile, prendere spunto. Nel nostro campionato ci sono troppi stranieri che chiudono gli spazi ai giovani. Bisogna investire sugli allenatori, organizzare corsi specializzati, formarli. E poi saranno loro a scegliere i giocatori da crescere. La Francia è riuscita ad abbinare scuola e calcio, ed è arrivata lontano. Cerchiamo di seguire quella strada».