2009

Italia, Prandelli: “Vorrei riavere presto Cassano, su Totti…”

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Intervistato in esclusiva da Il Messaggero, Cesare Prandelli, C.t. dell’Italia, ha parlato di come intende ricostruire la sua Nazionale azzurra ora che tornerà  a disposizione anche Antonio Cassano, ormai prossimo dalla firma col Milan. L’ex tecnico della Fiorentina può tracciare un primo bilancio dopo quattro mesi di lavoro: “In prospettiva, positivo. L’Italia è già  squadra, in alcune partite si è visto lo spirito giusto. Eravamo partiti con una gran voglia di ricostruire, sapendo che attorno a noi c’era poco entusiamo. Siamo in testa al nostro gruppo, il primo obiettivo è la qualificazione all’Europeo. Io ho chiesto ai calciatori di mostrare in campo entusiasmo e coraggio. Lo stanno facendo e la gente sta apprezzando lo sforzo. Preoccupati per il ranking? No. Tre nostri club si sono qualificati per gli ottavi di Champions: un segnale importante. E noi italiani, nelle difficoltà , ci ritroviamo sempre. Le amichevoli non ci interessano, ma quando ci sono i tre punti difficilmente sbagliamo. Siamo in un momento particolare, ma basta una striscia di risultati”.

Sui giovani e la possibilità  di vederne alcuni fissi in azzurro: “Qualcuno c’è. L’ultimo chiamato, Ranocchia, mi sembra affidabile. Ma bisogna aver pazienza. Io seguo i grandi giocatori, perchè la Nazionale è un’altra cosa. Ci vuole gente che regga la pressione. Io spero di avere presto un gruppo di trenta giocatori: da Nazionale, appunto”.

Sul suo nuovo ruolo rispetto a quello di allenatore di club, Prandelli spiega: “A me il campo e mi manca tantissimo. Posso starci solo qualche giorno e non quotidianamente. Mi limito a spiegare poche cose, in modo che a loro restano bene impresse. Quello che ho chiesto, è stato recepito. C’è disponibilità . E attrazione. Io ne ho convocati molti e altri si propongono. L’intenzione di tanti è di mettersi in discussione. Alla fine, però, conta la personalità “.

Sul modello Barcellona, impossibile da seguire in Italia: “Perchè in Spagna c’è un’altra cultura. Lì la partita è un evento, è spettacolo. Poi c’è il risultato. Se vinci, ma giochi male, il pubblico non torna a casa contento. Da noi se segni al novantaquattresimo, un tifoso non solo esulta, ti fa anche il gesto dell’ombrello. E’ il massimo ottenere il successo in extremis, senza nemmeno averlo meritato”.

Su cosa manca alla sua formazione: “Non ho esterni d’attacco, non ci sono italiani in quel ruolo. Ad un certo punto mi sono accorto che avevo solo Pepe e nemmeno la sua alternativa. Ho dovuto cambiare la mia idea di partenza. Ho lasciato il quattro-due-tre-uno e sono passato al rombo. Io devo costruire l’Italia sulle caratteristiche dei giocatori migliori. Davanti e a centrocampo ho scelta, dietro non ho molti terzini, anche se Cassani e Antonelli hanno fatto bene”.

Sugli oriundi in Nazionale: “I nuovi italiani hanno spesso più personalità . Mostrano carattere, forse perchè hanno sofferto al momento di lasciare il loro paese. Giovani sacrificati? In tutte le discipline ci sono i nuovi italiani. Il calcio, come al solito, è arrivato per ultimo. Il problema per i giovani è un altro: il numero elevato degli stranieri”.

Sulle prossime convocazioni e possibili sorprese: “Non credo, punto su qualche ritorno. Spero che Cassano riprenda a giocare al più presto. Per poterlo riavere con me. Con Balotelli? Sì. Con loro ho più opzioni. Dietro a una punta o da soli e larghi. Sono due attaccanti atipici ed entrambi preferiscono giocare a sinistra. Ma non voglio farne a meno. E non è vero che non tornano. Aiutano. La squadra, però, deve stare più alta”.

Sulla posizione di Totti: “Non chiamerò mai Totti per un’amichevole: sarebbe un’offesa per gli altri, ultimo Maldini, usciti dal giro. Lo convocherei solo se ne avessi bisogno, cioè se proprio non posso fane a meno perchè non ho nessuno nel suo ruolo. L’idea di Cassano non era di natura tecnica. Voleva ritrovare un amico”.

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