2013
Italia, Prandelli: «Non siamo i migliori, ma possiamo vincere»
Il ct azzurro fiducioso circa le possibilità di successo ai Mondiali della Nazionale.
MONDIALI ITALIA PRANDELLI – Mancano sei mesi al Mondiale 2014 in Brasile ma il commissario tecnico dell’Italia è già carico. Si parte con l’analisi del girone di ferro: «In Italia ci sono 60 milioni di commissari tecnici. Se sbaglierò una formazione, mi salteranno addosso. Se andrà bene, saliranno tutti sul carro: nessun problema, accoglierò chiunque, al massimo ci stringeremo un po’. Paura del girone? No, ma resta un gruppo molto difficile, con tre nazionali campioni del mondo. L’obiettivo minimo è la qualificazione, possibilmente da primi in classifica. Contro l’Inghilterra giocammo una partita meravigliosa all’Europeo del 2012, ma non facemmo gol e passammo ai rigori. L’Uruguay l’abbiamo sofferto nel secondo tempo della finale per il terzo posto alla Confederations 2013 e poi altra vittoria ai rigori. Della Costa Rica non parla nessuno, ma ho cominciato a studiarla: possiede tecnica e brillantezza fisica. Il Mondiale è già cominciato. Questi mesi che ci separano dal calcio d’inizio sono fondamentali, in queste settimane si gettano le basi, programmazione della preparazione», ha dichiarato Cesare Prandelli ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.
BATTAGLIA CON I MIGLIORI – L’allenatore della Nazionale ha parlato poi delle chance di vittoria: «Brasile, Argentina, Germania e Spagna sono le nazionali favorite. Dietro ci sono sei-sette squadre, tra le quali l’Italia. Leviamoci dalla testa l’idea che siamo i più forti, i più belli e i più bravi. Non lo siamo. Non siamo più i migliori, ma possiamo battere i migliori, a patto che ci si comporti in un certo modo, con spirito di gruppo. Non chiedo niente, se non un giorno e mezzo ad aprile per i test fisico-medici. Prometto che non ci saranno allenamenti. Un giorno e mezzo, non un’ora di più. Rossi e Balotelli diversi? Rossi si integra molto bene con chiunque, sa dialogare coi compagni. Balotelli le migliori partite le ha giocate con una seconda punta a fianco, l’esperimento col doppio centravanti (Balo più Osvaldo, ndr) non ha funzionato. Balotelli dovrà essere più forte di ogni provocazione, i grandi giocatori si vedono ai Mondiali. Mario avrà la preziosa occasione di mostrarsi per quello che è, un campione. Tutti dovremo dare di più, tutti ci giocheremo qualcosa di importante».
SCELTE DIFFICILI – Prandelli poi ha parlato delle scelte che dovrà fare: «Sotto osservazione ci sono cinque-sei giovani, dei quali siamo molto contenti, ma è impensabile che cinque-sei giovani siano titolari in un Mondiale. De Sciglio è uno dei ragazzi più interessanti. Ha fatto molto bene con noi e nel Milan. Verratti si è perso? No, gioca in Champions, nel Psg, ma non è ancora tempo di convocazioni. Quelle più importanti le farò ad aprile quando chiamerò a Coverciano 33-35 giocatori per i test. Da quel gruppo usciranno i 23 per il Brasile e le scelte verranno compiute sulla base delle condizioni fisico-atletiche, perché sarà un Mondiale dispendioso, dove serviranno gambe ed energie. Fino ad aprile saranno tutti convocabili. Anche i “grandi vecchi” tipo Totti, Toni e Di Natale e lo stesso Cassano? Anche loro, dotati di esperienza straordinaria. Il tempo passa per tutti, ma a priori non escludo nessuno. Vedremo in primavera».
RITIRO BRASILIANO – Sulla scelta, invece, di un ritiro isolato come quello di Mangaratiba: «Eh no, qui non ci sto. Siamo andati in Brasile una decina di volte, abbiamo parlato con tanta gente. Mi sono consultato con Scolari e con altre persone. Ho visto posti bellissimi, ma a un’ora di pullman dalla struttura per l’allenamento. Alla fine ho puntato su Mangaratiba perché mi permetterà di ottimizzare il lavoro, campi e palestra sono all’interno del resort. A Rio avremmo alloggiato in un hotel sul lungomare… A Mangaratiba non saremo isolati, l’aeroporto è a 40 chilometri. Sarete voi giornalisti ad avere il problema del dopocena, a Rio vi sareste trovati bene (risata, ndr), ma io non porto la Nazionale in Brasile a divertirsi, andiamo a lì a giocarci un Mondiale, e Mangaratiba per me rappresenta la soluzione migliore».
FUTURO – Prandelli ha parlato anche del suo futuro e di quello del calcio: «A marzo incontrerò il presidente Abete e parleremo di quel che sarà. Ho detto che quattro anni, per un c.t., sono il tempo giusto e lo confermo, ma di deciso non c’è nulla. E per il momento non ho ricevute telefonate per contatti o proposte. Futuro del calcio? Abbiamo scalato un sacco di posizioni nei ranking giovanili. Grande lavoro di Sacchi e Viscidi. I nostri vivai sono al servizio degli altri, tanti stranieri crescono da noi e si impongono nelle rispettive selezioni. Sul nostro calcio resto ottimista. Mi riferisco al campo, quel che c’è intorno è un altro discorso».
PIRLO D’ORO – Ma il ct ha affrontato anche altri temi: «Chi ho votato per il Pallone d’Oro? Primo Pirlo, secondo Cristiano Ronaldo, terzo Messi. Pirlo ha la capacità di saper leggere ogni situazione nel modo migliore, è un concentrato di personalità e tecnica. Come vedo Juventus-Roma? Juve favorita per la partita in sé e per lo scudetto, perché ha una mostruosa continuità di rendimento. La Roma di Garcia però mi piace parecchio, è molto solida. Sarò una sfida divertente, a patto di abbassare i toni. Calcioscommesse? Per Gattuso metterei la mano sul fuoco. Sono convinto che Rino non c’entri niente. In generale, però, dico che siamo un Paese vecchio, che fatica a rinnovarsi, e certi scandali che si ripetono lo dimostrano. I giocatori sono pagati bene, non hanno bisogno di arrotondare: chi ha sbagliato deve pagare. L’uomo dell’anno 2013? Papa Francesco. Prendo in prestito e riadatto la meravigliosa frase di Garcia: Papa Francesco ha rimesso la Chiesa al centro di tutto».