2013
Italia, Prandelli: ?Maracanà, che sogno. Stimo Baggio, ma..?
ITALIA PRANDELLI – Dopo aver giocato un Europeo da protagonisti, l’Italia si prepara in vista di Brasile 2014, anche se ci sarà l’antipasto della Confederations Cup. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il commissario tecnico della Nazionale ha fatto prima un tuffo nel passato e ricordato Gianni Agnelli: «Era curioso del gesto tecnico. Amava riprodurlo. Un martedì venne all’allenamento e ci chiese: “Avete visto il gol di Monelli da metà campo?”. Prendemmo i palloni e provammo tutti a calciare. Tutti, tranne Platini. “E lei perché non tira?”, chiese l’Avvocato. “Troppo facile senza portiere”, rispose Michel che ordinò al custode del Combi di aprire una porticina larga un metro che collegava due campi. Platini la centrò da centrocampo. “Ho capito. Arrivederci”, salutò soddisfatto l’Avvocato».
Cesare Prandelli ha poi parlato di Baggio, che ha lasciato la FIGC, e di Maldini, che non ha ancora un posto a livello dirigenziale: «Mi mostrò il suo progetto. “Splendido – gli dissi -, ma dovresti presentarlo al ministero dello sport…”. Era un’idea geniale, ma riguardava tutto, anche competenze del Club Italia, mentre avrebbe dovuto limitarsi all’istruzione di allenatori e preparatori, in quanto presidente del Settore tecnico. Come se un ministro degli Interni suggerisse farmaci a quello della Salute. Ma ho grande stima di Roby. Da dirigente o da allenatore si proporrà da protagonista. Deve trovare la sua strada. Maldini? Il calcio ha bisogno di loro per avere idee nuove. Non è un caso se hanno meritato tanta passione. Un tesoro da non disperdere. Team manager azzurro? Quel posto è di Gigi Riva, non si tocca. Ora che sta meglio, lo aspettiamo. Coverciano è casa sua».
L’allenatore azzurro ha poi evocato il prossimo Mondiale in Brasile e detto la sua su Guardiola e alcuni avversari: «Maracanà? Chiudo gli occhi e sogno. Da bambini all’oratorio dopo un gol dicevamo: “Neanche al Maracanà…”. Il massimo. Mai entrato. Mi godo con emozione l’avvicinamento, giorno dopo giorno. Scolari? Darà ancora più disciplina e senso di appartenenza al Brasile zeppo di talento. E’ la squadra da battere. Guardiola al Bayern Monaco? Una scelta che è una cometa. Attenzione, il calcio va in quella direzione: società organizzata, cultura del lavoro, gioco propositivo, stadio moderno, tifosi maturi che non tifano contro. Pep ci dice: seguite il modello del calcio tedesco. Ha ragione. Germania? Non è messa male… Sì, il lavoro di Guardiola col blocco del Bayern aggiungerà conoscenze. Come fece per la Spagna col blocco del Barcellona. Francia? Contro di noi ha mostrato il suo valore. Guardate come sono cresciuti in due mesi Belfodil e Pogba e immaginate cosa potrà diventare nel 2014».
Parlando di tattica, invece, Prandelli ha discusso la scelta tutta italiana del 3-5-2, modulo che invece fatica a conquistare seguaci in Europa: «Perché quando un 3-5-2 è in svantaggio si mette a 4? Perché lo ritiene più offensivo. Allora osatelo subito… Ho visto le cifre: non è vero che con la difesa a 3 si prendono meno gol. Ma il 3-5-2 dà sicurezza, ed è più facile da allenare: le sincronie della difesa a 4 sono delicate. Comunque i numeri dicono poco. Se fai il 3-5-2 con terzini sulle fasce e mediani in mezzo è un conto, se lo fai con Cuadrado e il palleggio della Fiorentina un altro. La Fiorentina col Pescara doveva fare 6 gol, a Udine minimo doveva pareggiare. Però, dopo due sconfitte, sento dire che Montella sbaglia. Invece ha proposto per mesi un calcio di grande qualità. Mi sta a cuore questo punto: bisogna difendere con forza e coraggio un calcio del genere e cercare l’intensità di ritmo che ci separa dall’Europa».